Giornale MONREGALESE

 

La necessità di requisire naviglio mercantile in tempi guerra è parte integrante dei
piani di guerra di ogni nazione.
In Italia,così come altrove,a parte impieghi temporanei per operazioni come gli
sbarchi in Libia,nel Dodecanneso e nella futura AOI (Africa Orientale Italiana),vennero
debitamente requisite unità mercantili ,più massicciamente fra le flotte del gruppo Finmare.
La CITTA DI PALERMO,di 5413 tsl,ed appartenente alla  S.A.di Navig. Tirrenia,
gruppo Finmare,era stata varata nel 1930 ed era dotata di moderne macchine diesel e capacità
di trasporto sia di merci sia di passeggeri.
Venne requisita dalla Regia Marina il 23 Giugno 1940 nel porto di Brindisi e,con la sigla D3,
adibita alla scorta dei convogli insieme ad altre tre “Città” in qualità di incrociatori ausiliari.
Il  4 Gennaio del 42,la nave salpò dal porto di Brindisi con il favore del buio,per scortare la
M/n Calino destinata al porto di Patrasso.
L’indomani,qualche minuto prima delle 08.00,a circa 3 mg da C° Ducato,le navi avevano
accostato sulla rotta di sicurezza fra le isole di Cefalonia e Santa Maura.
In quelle stesse acque,a dispetto dei campi di mine,il sommergibile inglese HMS Proteus
era in agguato in attesa di prede.
Mentre le due navi procedevano sulla rotta stabilita,gran parte dell’equipaggio era impegnata,
data l’ora,a consumare la prima colazione nei ponti inferiori ed in cerca di un po’ di  tepore
a causa del freddo intenso.
La scia del primo siluro inglese fu avvistata con notevole ritardo e quindi,l’immediato ordine di
accostata impartito dal Comandante, C.F. Ogno,non avrebbe potuto avere un immediato effetto
evolutivo. Difatti la nave venne colpita e prese ad imbarcare acqua immediatamente sbandando
pesantemente sul lato dritto. Attimi dopo,giunse a segno anche il secondo siluro a completare
le devastazioni già prodotte dal primo,creando ancor più scompiglio.
I primi a raggiungere le lance di salvataggio,furono i membri dell’equipaggio che erano già
sul ponte di coperta o nei carruggetti esterni , mentre la maggior parte era rimasta intrappolata
dabbasso,impossibilitata ad accedere alle porte stagne.
Quelli che furono in grado di mettersi in salvo,lo fecero con ordine e disciplina fedeli agli
ordini del Comandante Ogno che rimase a bordo fino all’ultimo.
Quando si decise a saltare in mare ,lo scafo stava già scomparendo sotto i flutti e l’immenso
gorgo generatosi lo ghermì trascinandolo sott’acqua.
Vigorose bracciate riuscirono a riportarlo in superficie nel mezzo di una larga chiazza di nafta
e detriti d’ogni genere ; la temperatura dell’acqua era estremamente bassa data la stagione e
causò la morte per assideramento di quanti s’erano tuffati in acqua senza poter trovare posto
sulle scialuppe. In soli 6 minuti la Città di Palermo scomparve sotto le onde mentre la M/n
Calino manovrava per disimpegnarsi dalla zona e lanciava all’etere il messaggio di soccorso..
 Nelle operazioni di salvataggio furono interessate molte unità navali,ma alla resa dei conti
almeno la metà dell’equipaggio mancava all’appello,e fra questi il RadioTelegrafista Antonino
FORNERIS,classe 1921,nato a Borgo San Dalmazzo.

CLC Guglielmo Lepre (Etna)
Gruppo T.Prato ANMI-Mondovì.

Bibliografia essenziale :

    PER NON DIMENTICARE di S.Marchisio Gruppo Anmi-Mondovì
    • USMM  Navi Mercantili Perdute  Roma-1997
    • USMM  La Difesa del traffico con l’Albania,Grecia ed Egeo Vol. IX
    • Foto d’archivio Tirrenia di Navigazione – Napoli

     





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