Giornale MONREGALESE
Il CONTE ROSSO fu uno tra i più rinomati transatlantici della flotta italiana e che degnamente
aveva saputo conquistare il favore dei passeggeri di ogni nazionalità.
Varato nel 1922 dal cantiere scozzese W.Beardmore & Co. per conto del Lloyd Sabaudo,
stazzava 17.879 tonn. e dovette il suo nome ad Amedeo VII Conte di Savoia ; nel 1932 sarebbe
stato ceduto al Lloyd Triestino.
A prescindere dalle grandi qualità di questa nave,essa fu certamente una delle tante perdite
della nostra marina mercantile,ma ebbe il triste primato della maggior concentrazione di
perdite di tutta la guerra per singola unità. Partita in convoglio da Napoli un po’ prima dell’alba del 24 Maggio 1941,insieme con Esperia,Victoria e Marco Polo e la scorta ravvicinata costituita dal CT Freccia (caposcorta) e le Torpediniere Pegaso,Orsa ed Orione,mise la prua su Messina per poi dirigere verso Tripoli con materiali e truppe destinate al fronte nord-africano.
Grazie alla eccezionale velocità di queste navi,il transito dello stretto avvenne a metà pomeriggio
dello stesso giorno,mentre altre tre torpediniere uscite da Messina,si disposero alla ricerca antisom,
essendo noto che quelle acque erano insidiate da battelli inglesi.
Le stesse erano state seguite dagli incrociatori Bolzano e Trieste con la loro scorta divisionale
composta dai CT Ascari,Corazziere e Lanciere che si disposero in formazione a circa 1,5 miglia
di poppa al convoglio.
Sul Conte Rosso,aveva trovato posto circa il 30 % delle truppe trasportate essendo la più
grande delle quattro e al Cap.Sup.L.C. G.Fabris venne affiancato il CF Enrico Bellegarde de
Saint Lary,al comando della bella unità.
E’ il caso di dire che in questo affondamento ,il destino giocò un ruolo invero straordinario :
il sommergibile inglese HMS UPHOLDER comandato dal famigerato cc D.Wanklyn ,era a corto di carburante e con soli due siluri e se non avesse ricevuto notizie dall’Ammiragliato dell’imminente
transito di un convoglio italiano,sarebbe rientrato nel suo covo maltese.
Con la prua già verso Sud,Wanklyn,avvistò poco distante dalla costa (circa una decina di miglia)
fra Augusta e Siracusa,il convoglio diretto a Tripoli.
Egli era un abilissimo e tenace marinaio,bisogna riconoscerlo,e subito si mise in caccia per non
perdere la eccezionale occasione : la torp.Pegaso,ebbe ragione di lui affondandolo successivamente
il 14 Aprile del 42.
Alle 20.32,il Conte Rosso era nel periscopio dell’Upholder , e senza indugiare oltre, Wanklyn
un minuto dopo lanciò i suoi ultimi due siluri perché pressato da vicino dal Freccia che solo dopo
aver avvistato la scia del primo siluro, si avvide della presenza del battello nemico. I due siluri
colpirono il Conte Rosso poco a poppavia del mascone di sinistra ed il secondo fra la plancia
ed il primo fumaiolo,falciando immediatamente alcuni macchinisti a causa della eccezionale
violenza dell’esplosione.
Non v’era stato tempo per accostare efficacemente nonostante il pronto lancio di un razzo verde
da parte del Freccia per segnalare il pericolo.
In un quarto d’ora circa,la bella nave s’inabissò portando con sé 1297 anime, di cui molti, trascinati
dall’immenso gorgo generato dall’affondamento.
Fra i naufraghi,v’era un Ufficiale Telegrafista della Marconi,tale Federico Lepre,fratello del nonno di chi scrive e che s’era salvato soltanto per uno strano gioco della sorte : non sapeva nuotare !
Spinto violentemente in acqua da chissà chi,come ricorderà anni a venire, rovinò su un carabottino
di legno al quale vi si avvinghiò disperatamente consentendogli di salvarsi.
Nella tragedia,dispersi in mare risultarono R.Gazzano di Garessio,soldato,classe 1919 – V.Grasso di Asti,soldato,classe 1922 – P.Rossotto di Ceva,soldato,classe 1917 – G.Saglia,di Bra,aviere,classe
1919 – M.Sciolla,di Carrù,aviere,classe 1916 – T.Vaschetto di Racconigi,carabiniere,classe 1906.
E in quella tomba liquida a 2500 mt di profondità,giacciono solitari, ma vivi nel nostro caro
ricordo.Clc Guglielmo Lepre
Gruppo T.Prato Anmi-MondovìBibliografia
- PER NON DIMENTICARE di S.Marchisio Gruppo T.Prato Anmi-Mondovì
- USMM Navi Mercantili perdute
- Cronache Sorrentine