NEPTUNIA

 

Come ho già avuto modo di scrivere,questa sintetica serie di “pezzi” sulla Mercantile
ha un solo scopo :  preservare e se possibile trasmettere la memoria di quanti sono scomparsi
In mare nell’adempimento del proprio dovere . In realtà lo scopo è duplice dacchè tenta
altresì di riportare alla memoria le belle ed eleganti navi che furono vanto del nostro paese.
Il NEPTUNIA,insieme con tante altre,era frutto e vanto della nostra cantieristica navale e
se qualcuno desiderasse saperne di più, non esiti a visitare la sezione Navalia  del nostro
Forum a cui si accede dalla home page del sito www.grupsom.com  dove vi troverà una
autentica miniera di informazioni.
Dunque il NEPTUNIA,di 19475 tsl,lunga 194,6 mtr,costruito dai CRDA di Monfalcone
e capace di oltre 22 nodi di velocità,insieme con VULCANIA ed OCEANIA (altri meravigliosi
gioielli passati nel 37 da Cosulich a SA Italia di Nav.) partì in convoglio da Taranto alla volta
di Tripoli,la sera del 16 Settembre 1941 carico di truppe in gran parte tedesche.
Il convoglio,denominato VULCANIA per essere essa stessa la più grande delle tre,era scortato
dai CC.TT. Da Recco (C°scorta),Da Noli,Usodimare,Pessagno e Gioberti. Fin dalla partenza,
analogamente ad altri convogli,le navi assunsero una rotta tale da passare ben a levante del
massimo raggio d’azione dell’aviazione maltese (160 miglia) e giunti nelle vicinanze delle coste libiche accostare quasi per ponente in direzione Tripoli.
Ma la vera minaccia non era soltanto l’aviazione di base a Malta o i suoi sommergibili,bensì
ULTRA,il sistema inglese di decrittazione dei nostri messaggi in cifra,attraverso il quale i
nostri avversari recepivano ogni informazione nel merito delle operazioni navali italiane.
Di Ultra si saprà soltanto molti anni dopo la fine del conflitto sebbene qualche sentore o
dubbio sarebbe stato legittimo nutrire fin da quei lontani giorni.

Mentre le navi italiane,ignare,proseguivano sulla rotta stabilita,l’HMS UPHOLDER
di Wanklyn,ormai famigerato predatore di nostre unità,ricevette ordini dall’Ammiragliato
inglese di porsi in agguato formando uno sbarramento insieme con altri battelli dei ben
riusciti classe “U” ,URSULA,UPRIGHT e UNBEATEN , a cavallo del percorso ormai
arcinoto delle nostre belle navi.
A prescindere da qualsiasi altra considerazione bisogna francamente riconoscere che
Wanklyn era un ottimo comandante di sommergibili.
Molti allarmi precedettero le ore fatali,ma a bordo si faceva affidamento soprattutto sulla
elevata velocità della formazione e le numerose manovre difensive dei CC.TT.
Alle 04.06 del 18 Settembre l’UPHOLDER lanciò una salva di siluri molto ampia contro
le nostre navi e con un angolo di impatto tale da far capire quanto fosse stato difficile
portarsi a distanza utile rimontando il convoglio.
Un siluro colpì il NEPTUNIA a poppavia del traverso di sinistra provocando quasi
immediatamente la perdita di energia elettrica,mentre il secondo centrò l’OCEANIA
molto più verso poppa,quasi nella zona dell’asse dell’elica di sinistra.
Il Neptunia si appoppò sbandando pesantemente sulla sinistra mente l’acqua del mare si
faceva strada oltre la stiva colpita : la bella nave affonderà in soli sette minuti durante i
quali furono recuperati molti dei sopravvissuti grazie all’opera pietosa e rapida dei Caccia della
scorta. Alle 06.50,il Neptunia scomparirà nei flutti quasi in verticale e di poppa lasciando
sulla superficie la consueta distesa di rottami e relitti.
Inizialmente l’Oceania,malgrado i danni,apparve non del tutto perduto,anzi,le speranze
di salvarlo era consistenti ma venne  deciso tuttavia di mettere in salvo, comunque e subito, i
militari imbarcati  ad onta del forte Maestrale che s’era levato e che aveva portato a 3 – 4
la forza del mare.
Mente una parte della scorta era intenta all’opera di recupero dei superstiti,l’altra procedeva
in un’intensa caccia al nemico invisibile, che nonostante tutto,con determinazione,si portò
nuovamente al lancio centrando l’Oceania con altre due armi,provocandone irrimediabilmente
la perdita. Nel corso di questi concitati eventi,il Vulcania,forzando sulle potenti macchine,mise
alla massima velocità possibile con prua su Tripoli,dal cui porto,a seguito dell’allarme lanciato
fin dal primo centro inglese,furono fatte partire altre unità in supporto alla formazione.

NEPTUNIA

Molti anni dopo,un bimbo di 6 o 7 anni,guarderà estasiato il Vulcania ed il Saturnia,splendenti
di bianco in un’accecante giornata di sole,entrambi ormeggiati alla Stazione marittima
del porto di Napoli : forse fu proprio quell’immagine,ancora oggi vivida nella mente
e nello sguardo,a farmi scegliere la via del mare,troppo precocemente abbandonata.

OCEANIA

VULCANIA

L’opera di soccorso della nostra scorta fu elemento determinante per il recupero di
5434 anime su 5818 imbarcate : basti pensare che ad onta delle piccole dimensioni
e con gravi pericoli per la loro stabilità,il Pessagno riuscì a recuperare 2083 naufraghi
e 1302 il Da Recco.
Fra le 384 vittime,alcune delle quali morte a seguito delle gravi ferite,v’erano
Tre Avieri,un carabiniere ed un fante della Trento di origine piemontese,ennesime
Ed incolpevoli vittime sacrificali di quell’immenso bagno di sangue della cosiddetta
“Battaglia dei convogli”

CLC Guglielmo LEPRE (Etna)
Gruppo T.Prato – Anmi Mondovì

Bibliografia :

        • Per non dimenticare di S.Marchisio Anmi-Mondovì
        • USMM La difesa del Traffico coll’Africa Settentrionale vol VI – 1958
        • USMM Navi mercantili perdute
        • www.grupsom.com per altri riferimenti storici e fotografici
        • Immagini e foto USMM Roma

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