SANGUE E ACCIAIO

Capitolo 5°

 

 

SANGUE E ACCIAIO Atlantico 1941

Il freddo era intenso e penetrante sia in plancia che all'interno del battello,ma tutti confidavano
che avendo rotta verso Sud le condizioni potessero migliorare.
Dopo una giornata di navigazione calma,troppo calma,al punto da apparire quasi una crociera di
piacere,verso metà pomeriggio si cominciò a infilare un piovasco dietro l'altro che naturalmente
fece aumentare il livello di attenzione e di ansia.
Nonostante le tute cerate e i nordovest,l'acqua riusciva a trovare sempre un perfido varco per
bagnarci anche i mutandoni di lana.
Neanche nella sottostante plancetta,cosiddetta riparata,c'era la possibilità di trovare ridosso,dal
momento che gli spessi vetri prodieri erano stati sfondati qualche tempo prima da un poderoso colpo di mare.

Dal portello spuntò una testa coperta dal sudovest e d'istinto guardai l'orologio : era ora del cambio di guardia.Eravamo zuppi e infreddoliti e il cambio apparve a tutti una benedizione dal cielo.
Rimasi ancora una decina di minuti a parlottare con l'ufficiale montante,l'STV addetto alle armi.
In cuor mio,mi auguravo che il mio Secondo non se la fosse presa troppo per aver condiviso quasi tutta la guardia con lui.A rigor di logica sarebbe stato più giustificato affiancare l'STV appena giunto in plancia.
Ma non era certo per sfiducia che ero rimasto in plancia,piuttosto per l'atavica abitudine che avevo nella
mercantile di essere sempre sul ponte quando c'era poca o nulla visibilità ; del resto era un mio preciso dovere.
Il buio ormai s'era fatto strada sull'ampia distesa del mare intorno a noi,ma dovetti constatare che
il rollio ed il beccheggio stavano progressivamente aumentando.
Gli ampi baffi d'acqua ,sotto la prua,erano diventati più alti e corposi ; sempre più sovente il vento che rinfrescava ne portava quantità fastidiose in plancia.
- Plancia da Manovra ! - gorgogliò una voce dal tubo portaordini.
- Avanti manovra
- Per il Comandante se viene giù che è pronto.
La voce imperiosa e rispettosa insieme,della mia ordinanza non ammetteva deroghe.
Nonostante tutto e gli anni ormai già trascorsi con le stellette,non risucivo ad abituarmi alla
consuetudine di avere un'ordinanza.Non è che mi procurasse fastidio,ma in linea di principio,non
c'era verso di accettarla.Ma era così e basta ; e in ultima analisi,l'ordinanza era un bravo marinaio
e non avevo mai dato motivo per farmi mandare all'inferno,ovviamente con il pensiero.
Anzi,a volte era proprio lui a diventare opprimente con le sue mille attenzioni,a fronte delle quali,mi guardavo bene dal manifestare fastidio ; si sarebbe offeso a morte !
- Buona guardia ragazzi
- Buona Comandante - risposero in coro tutti,mentre scomparivo nelle profondità abissali della torretta.
Un altro coro di "buona" mi accolse in camera di manovra ; in marina,a bordo,si usa "buona" e non buona notte o buon giorno.
Saruzzo,la mia ordinanza,come al solito premurosa,mi aiutò a togliere il pesante fardello della cerata
e degli stivaloni.Ma dovevo cambiare tutto il vestiario,dal momento che ero fradicio.
In un attimo mi trovai spinto nel loculo che pomposamente e pretenziosamente veniva definita Cabina Comandante o Camerino Comandante,il cambio già pronto sulla cuccetta e un asciugamano,non aspettavano altri che me.
- Ma non l'ha messo il panno al collo ? Ha visto com'è bagnato ?
- Si che avevo il panno al collo,Saruzzo, ma dopo 4 ore sotto la pioggia.............!!
- E' anche pronto da mangiare. Il cuciniere ha superato se stesso stasera.
- Davvero? E quale prelibatezza ci sarà servita?
- Spaghetti al sugo con origano e non so cosa.Lui dice che è prezzemolo.
- E poi?
- Patate lesse con cipolle crude e formaggio.Tanto stasera,anche se mangiamo cipolle,non si esce mica in franchigia.
- Tu hai già mangiato?
- Signorsi Comandante.

- Bene.Allora vattene in branda a riposare che se continua così dovremo dimezzare gli orari delle guardie e ce ne sarà per tutti.
- Ho visto che guardava il Barometro in manovra.Che dice?
- Dice che sta andando giù e non mi aspetto nulla di buono.
- Allora vado se non avete più bisogno.
- Vai Saro. Grazie e riposa bene.
- Anche Voi Comandante.


In quadrato erano già tutti pronti con forchette in mano aspettando solo me per dare il via alla grande
abbuffata.Gli Spaghetti ancora fumanti erano davvero allettanti,qualunque gusto avessero.E invero
erano davvero saporiti.Del resto,il convento passava quello,e andava anche detto,che avevamo una fortuna sfacciata ad avere un cuciniere come quello. Si inventava le cose più strane e ci metteva l'anima.
Una nave si riconosce dallo scafo ma si ricorda per la cucina; così diceva un vecchio nostromo.

La conversazione languiva.Forse perchè tutti immersi nei propri pensieri e forse anche perchè tutti
si erano accorti dell'aumento del rollio.Questo significava disagio e tormento per lunghi giorni in
pieno Atlantico.
- Ci sarà da rizzarsi in branda questa notte - buttai lì,tanto per dire qualcosa.
- E già ! - rispose pronto il direttore di macchina - Ho messo un nutrito numero di zeppe sotto il materasso.
- Dovreste pagarmi per avervi insegnato il trucchetto per non finire a pagliolo.
- Basta dirlo.Noi tutti non aspettiamo altro.- rispose sorridendo il direttore.
- Tirate fuori le vostre riserve di Spalletti e il conto è saldato.
- Mai !! - fecero tutti in coro.
- Piuttosto un turno di guardia in più ! - aggiunse il Secondo.
- Attenti che vi prendo tutti in parola.Se,come temo,si metterà al brutto,dovremo dimezzare i turni.A proposito Dir,come siamo messi con la pompa d'assetto ?
- Funziona senza problemi.Perchè ?
- Perchè temo che stanotte sarete costretti a chiudere i trombini e prendere l'aria dal portello.Quindi
se resta aperto,la pompa dovrà lavorare senza sosta per aspirare tutta l'acqua dalla camera di manovra.
- Dovrebbe reggere senza problemi.L'abbiamo smontata pezzo per pezzo stamattina e collaudata.
- Bene.Sarà necessario - dissi al Secondo - navigare con i portelli stagni chiusi.Se tracima acqua nei
compartimenti adiacenti avremo rogne come l'ultima missione.
- Agli ordini Comandante.Darò subito disposizioni.
- Mi ricordo,eccome se mi ricordo ! - bofonchiò il Dir. - Avemmo tutte le resistenze d'avviamento e eccitazione sott'acqua,insieme al resto dei circuiti.A prua , girobussola , convertitore e batterie,fuori uso. Dispersione su entrambi gli elettrici.Andò bene che gli inglesi ci lasciarono in pace fino a quando
ci mettemmo una pezza.
- Pezze ! Il nostro lavoro è mettere pezze ovunque ! Alla fine ci si fa tanto l'abitudine che se per caso
per un periodo di tempo,non abbiamo rogne,ci si preoccupa.
- Parole sacrosante Comandante.
- Va bene Signori. Si è fatta quell'ora. Vediamo se si riesce a recuperare un po' sonno.Buona !
- Buona Comandante.


Confidavo di riuscire a recuperare almeno un paio d'ore di sonno,ma le buone intenzioni furono
presto disilluse e smentite .Incastrato fra materassino e paratia non c'era verso di trovare una
posizione decente che potesse conciliare il sonno.Con lo sguardo percorrevo meticolosamente ogni centimetro
del loculo indugiando per contare gli strati di pittura dove la stessa era scrostata o per contare
le gocce di condensa che pendevano dai tubi in alto.Ancora non pago dei risultati della quotidiana rivista
presi a percorrere tutte le venature di un pannello di legno dello stipetto,mentre con la coda dell'occhio
contavo le volte che la tenda,seguendo il movimento del rollio, si avvicinava a me per poi allontanarsene verso l'esterno,lasciando trapelare le luci notturne del carruggetto.
Il movimento non era però nè sincronizzato nè monotono ; il pur accentuato beccheggio interferiva
con il rollio facendo si che la tenda sovente si ammucchiasse prima verso prua poi verso poppa,combinandosi
con l'effetto rollio.Tutto questo movimento invece che avere un effetto ipnotico ,contribuiva in larga misura a tenermi sveglio per controllare il comportamento del battello.Una fievole speranza fece capolino dopo circa un'ora,quando ebbi percezione di un diffuso torpore.
La infinita stanchezza non riusciva a prendere il sopravvento nonostante fossimo in mare già da una ventina di giorni e quasi prossimi al nostro limite d'autonomia.
Una noia mortale s'era diffusa in tutto l'equipaggio a causa della forzata inattività : non un avvistamento,non un filo di fumo,miglia su miglia percorse alla vana ricerca di un bersaglio o di un convoglio segnalatoci dalla base.
A dispetto del Brin che faceva di tutto e con impegno a far si che,soprattutto i macchinisti,non si annoiassero troppo.
Le lancette fosforescenti dell'orologio sembravano incollate al quadrante.Perfino quella dei secondi,perfidamente,rallentava i suoi scatti.Cominciava a farsi largo nella mente una singolare percezione dello scorrere del tempo.Se lo sguardo si posava sulla lancetta nel preciso istante in cui completava
uno scatto,sembrava occorresse un'eternità per quello successivo e che tutto si fermasse,come sospeso
nel vuoto.
E nel frattempo mutava anche la percezione delle vibrazioni del battello ; nonostante l'autoregolatore di giri ,quando la poppa saliva,le eliche frullavano in strati d'acqua poco consistenti o a vuoto.
I tonfi del mare sullo scafo sembravano anch'essi diversi uno dall'altro ; talvolta preceduti da scrosci e seguiti da gorgoglii,il successivo avveniva in ordine contrario.
Qualcuno,poco più in la,verso prua,sacramentava con un filo di voce per qualcosa che rotolava malignamente sul pagliolo senza sosta e senza trovare il modo di rimanere incastrato da qualche parte.
Dalla stazione RT,giungevano vagamente soffocati i cinguettii di segnali morse.
Nel pomeriggio,il Capo RT,aveva intercettato messaggi dall'Iride e dal Baracca che trasmettevano rapporti di missione.Il Comandante Duval con il suo glorioso IRIDE pattugliava una zona a Nord della nostra posizione,più o meno a un giorno di navigazione mentre il BARACCA del Comandante Papino presidiava una zona a ponente della Scozia,in posizione tale da intercettare convogli in arrivo o partenza dall'Inghilterra.
Molto probabilmente il Baracca avrebbe anticipato la data di rientro per aver segnalato grossi problemi
al sistema oleodinamico dei timoni di profondità ,a causa di un attacco aereo subito nella mattinata.
L'IRIDE,invece,era riuscito ad affondare un piccolo mercantile solitario diretto forse nella zona presidiata dal BRIN.
E noi si correva verso ponente alla caccia di un convoglio segnalatoci via radio a metà pomeriggio.
La speranza che non fosse una corsa vana si era cominciata ad affievolire al montare del mare.
Il diffuso torpore di cui ero preda sembrava cedere il passo al sonno e alla stanchezza,perchè non mi tornava più la conta dei rivetti che incorniciavano il vano del portello del loculo.
Quando il BRIN rollava pesantemente verso dritta sprofondavo sempre più nel fosso fra materassino e paratia.Non era certo una posizione nè comoda nè naturale,e il soffocante inviluppo in cui venivo schiacciato non consentiva libertà di movimenti.
Ma come facevano normali esseri umani ad accettare quella vita così dura,spartana,pericolosa e priva di qualsiasi conforto sia fisico sia spirituale.
Ma potevamo ancora considerarci una elite ? Una normale accezione del termine significava maggiori comodità :
il significato di elìte non poteva considerarsi disgiunto da una vita migliore.
E allora perchè tutti,noi compresi,si continuava a pensare ai sommergibilisti come a una casta di eletti ??
Cibo dal gusto nauseante,abiti e cose eternamente umidi,all'interno del battello un puzzo continuo,tormentati dal mare agitato in uno spazio estremamente angusto,condizioni igieniche in pratica prossime allo zero,malattie,lontananza dalla casa e dagli affetti più cari,costantemente esposti ad ogni sorta di pericolo !!!
E questa era un'elìte ??
Eppure nonostante tutto,nessuno si tirava indietro,sempre pronti a sacrificarsi e a fare rinunce magari anche dolorose,sempre pronti al richiamo prepotente della solidarietà verso i propri compagni.
Colto sempre più da un torpore ipnotico,sentii arrivare il sonno che non era sonno ma più semplicemente una stanchezza mortale............................................
- " Babbo......sapete cosa meditavo stamane mentre premevo con le mie nobili natiche l'unico trono che abbiano esse mai calcato ?
Che se la terra sprofondasse,i monti si aprissero e il cielo ci cascasse addosso ,proverei solo sgomento a fronte di cotanta grandezza e giammai paura !! "
Gli occhi stanchi di mio padre lasciarono per un attimo le righe del giornale animandosi per un poco di una luce
intensa,di quella stessa luce che avevano prima dei lutti che avevano colpito la famiglia.
Non era aduso a risposte immediate ; amava riflettere su ciò che ascoltava ,un po' per rispetto e un po' per riflettere se il suo interlocutore meritasse considerazione. Erano davvero tante le cose su cui ci si scontrava verbalmente,ma provava molto piacere a dialogare con me,in modo profondo e intelligente. C'erano volte che ,provando mancanza delle nostre diatribe semiserie,mi provocava ad arte,cercandomi e sollecitandomi anche con affermazioni irritanti ad arte.
Ero l'unico in famiglia con il quale si divertisse,che gli dava una pur qualche soddisfazione nelle forme di pensiero e ragionamento più strane e anticonformiste. Dopo la scomparsa di mia madre e di due miei fratelli più giovani,gli eravamo rimasti soltanto mia sorella ed io.Ma lei aveva la sua famiglia a cui badare e noi ci si doveva arrangiare alla meglio,senza mai cadute di dignità e di orgoglio.
La tristezza di quell'uomo,nella sua dignità,nel suo modo di vivere i propri sentimenti con esasperato pudore,aveva qualcosa di quasi mistico e misterioso.
- " Sei certo,Figlio,di aver ben riposato questa notte ? O piuttosto hai da dirmi qualcosa e ti prepari il terreno? "
- " Pensavo solo più semplicemente che è bello sognare e che in definitiva è come vivere gratuitamente una seconda vita."
- " I sogni danno forza,ma occorre che siano tenuti a bada come cavalli .Possono portarti lontano così come possono portarti a buttare via la vita."
- " Provo meraviglia,Babbo. Solitamente non cadete mai in queste conclusioni banali
" Ora era il momento che toccava a me stimolarlo al dialogo,cercando di provocarlo ad arte ma con rispetto ed intelligenza.
Con estrema calma e studiata cura ripiegò il giornale , mentre un lampo velocissimo era scaturito dalle sue pupille scure.
Avevo colto nel segno ! Ero riuscito a distrarre la sua attenzione per concentrarla sulla mia deliberata provocazione.
- " Vediamo allora..........................Quale sogno ti ha portato la notte appena trascorsa ? "
- " Ho sognato,Babbo,di un isola piena di sole e di alberi rigogliosi.Di sorgenti dall'acqua fresca e chiara.Un'isola dove vivere con la piena percezione della natura,di tutto quanto ci circonda."
- " Credo che sia tu,Figliolo,a cadere stavolta nella banalità. Immagina cosa ti direbbe "lui" che vuole un popolo forte,pettoruto e pratico.Salirebbe sul suo balcone inventandosi qualche altra 'filippica' da declamare al suo popolo,recitando come un qualsiasi mestierante,qualsiasi guitto da quattro soldi "
- "Babbo,se Vi sentisse............!! "
- " Ormai !! Non ho paura di lui nè dei suoi lanzi . Aveva cominciato per davvero a cambiare questo paese,a farlo uscire dalla sua endemica povertà. Ma ora ? Non vedi come le cose stanno cambiando ? Non vedi come il popolo è ormai lontano dal suo cuore ? Non vedi ,come i mestatori che gli girano intorno gli stanno prendendo sempre più la mano ? "
- " Babbo.....non so come dirvelo...............ma vorrei farmi prete "

Avevo detto tutto in un soffio cercando di non farmi prendere dall'agitazione,guardando dritto davanti a me ,aspettando la sua reazione. Ma lui rimase con lo sguardo fisso...perso nel vuoto.Ebbi però percezione del suo intimo travaglio,attraverso i suoi occhi che divennero lucidi e se possibile,ancor più tristi del solito.
Nel mio animo crebbe a dismisura un senso di colpa dilaniante; cominciai a rendermi conto di avergli dato un brutto colpo. Un colpo a tradimento,un colpo inatteso come un pugno in pieno petto.
Ma cosa stavo facendo a quell'uomo ? Sapevo della sua idiosincrasia contro i preti e in genere la chiesa che comunque aveva tenuta per se ; alla sua famiglia non aveva mai impedito di frequentare chiesa e preti,in altri termini piena libertà di coscienza,e quindi perchè gli stavo dando quella stilettata ? Perchè avevo lasciato che il mio egoismo prendesse il sopravvento sebbene si trattasse di una scelta mia e quindi libera ?
- " Lasciate perdere Babbo. Ho detto una cosa stupida senza prima riflettere.Seguirò la mia strada "
Avevo cercato di metterci una pezza,ma sapevo che comunque la mia uscita poco felice e opportuna avrebbe continuato a gironzolare nella testa di mio padre ancora per molto. Conoscendolo,per qualche giorno si sarebbe chiuso nel mutismo più completo,il tempo che occorreva per metabolizzare e "digerire" quello che gli avevo detto.
Ma..............due mesi dopo..............ritiravo il mio Libretto di Navigazione e facevo domanda di imbarco presso gli uffici di una delle più prestigiose compagnie di navigazione.
L'anno dopo,mentre ero a Boston con la mia nave,nel corso di una violenta tempesta di neve giunse a bordo un messo del consolato con un telegramma diretto a me.
Sapevo che di solito i telegrammi,per la loro natura di urgenza,non portavano mai buone notizie.
Quella volta,toccò a me ricevere un pugno in pieno petto: mia sorella mi comunicava laconicamente che nostro padre si era "serenamente spento" di notte senza neanche svegliarsi. Seppi poi in seguito,che l'avevano trovato con gli occhi chiusi e una foto di tutta la famiglia al completo stretta in una mano e con un sorriso sereno sul volto.
Alzai il volto verso la neve che cadeva a grossi fiocchi,lasciando che si poggiasse sugli occhi confondendosi con le calde lacrime che non riuscivo più a trattenere in nessun modo.............................................
.............................Ma quella non era neve ! A riportarmi alla realtà, più banalmente, furono delle gocce d'acqua di condensa che cadevano dai tubi in cima alla cabina.Avvertii immediatamente che il battello rollava e beccheggiava più violentemente di quando m'ero stravaccato in branda. Come da copione,il mare andava aumentando.
Con una fatica sovrumana,riuscii a schiodarmi dal mio abisso personale fra paratia e strapuntino.
Prima di calare i piedi sul freddo e umido pagliolato della cabina,attesi il momento propizio fra una rollata e la successiva,tenendomi aggrappato come una scimmia e qualsiasi cosa che riuscisse ad agguantarmi.
Con una sola mano riuscii in qualche modo a indossare la pesante cerata e gli stivaloni di cuoio gentilmente offerti dalla marina tedesca,posto che si era entrati in Atlantico con la dotazione che avevamo in Mediterraneo e del tutto inadeguata al clima in cui avremmo operato.
Si potevano udire distintamente gli schianti delle onde sullo scafo esterno del mio BRIN ; tonfi sordi e prolungati che davano a mala pena l'idea della ferocia e della violenza del mare.
- " Buona Comandante ! Stavo per venire a chiamarla.Il Barometro sta scendendo a vista d'occhio" mi disse il secondo aggrappato al periscopio in camera di manovra.
- " Come da copione.Dov'è il Direttore ? "
- " E' in macchina Comandante.Mi ha appena detto che è preoccupato per i giunti del motore che riscaldano "
- "Bene. Ci manca pure questa.C'è altro ? " chiesi con ironia cercando di non far trapelare la mia crescente preoccupazione.
- " Si Comandante ! Ci sarebbe anche che abbiamo qualche perdita di aria compressa e il Dir è .................. "
- " Il Dir cosa ? "
- " E' incazzato nero e ce l'ha con l'universo creato ! "
- " Fra tutti,ce lo siamo ampiamente guadagnato il diritto di incazzarci e forse lui più di tutti"
- " Se me lo consente,e con il dovuto rispetto Comandante, mi sembra del tutto inutile continuare a correre come matti per trovare un convoglio che sicuramente non troveremo."
- " Non c'è nave più sicura di un sommergibile secondo ! Se è questo che la preoccupa "
- " Già. Sempre se questi cassoni non fanno avaria ! "
- " Cristo ma vi state chiamando la sventura !! Un po' di ottimismo non guasta. Sarà mica la prima volta che ci buschiamo un po' di maretta ? "

Il BRIN ebbe un violento scarto di lato , mentre la prua si sollevava pesantemente ,quasi come a urlare la sua sfida verso il cielo.Il mio buon vecchio battello !
Tutto intorno ,le cose mal rizzate o lasciate libere presero a rotolare ovunque,finendo talvolta fra i piedi del personale di guardia.
- "Cercando di non farlo incazzare troppo,che qualcuno chieda al Direttore di aggiornarmi sui danni."
- " Non ce n'è bisogno ! Sono qua Comandante ! "
disse il Dir entrando in manovra e tenendosi aggrappato ai tubi che correvano sopra le nostre teste.
- " Buona Dir ! Allora che mi raccontate di bello del vostro Ade ??
- " Che se mette qualcosa ad asciugare in sala macchine dopo due o tre minuti al massimo è già asciutto e secco come uno stoccafisso ! Ci saranno almeno 40/45 gradi ! "
rispose il Direttore dopo avermi brevemente guardato incerto su cosa rispondere.
- " Ottimamente. Allora faremo un cambio straordinario di lenzuola per tutto l'equipaggio " risposi convinto che il Dir mi avrebbe mandato all'inferno con il pensiero se non peggio.
Invece con molta flemma e ostentata indifferenza rispose per le rime :
- " Perchè solo le lenzuola Comandante ? Approfittiamone e facciamo un bel completino no ? "
Gli uomini in servizio si scambiarono occhiate incerte e divertite ad un tempo,quasi come volessero rispondere a ciò
che mi stavo chiedendo : " Chissà che pensa la gente quando sente le nostre cazzate ? "
Ma il Dir sapeva benissimo che quello era l'unico modo per tenere la gente tranquilla , compreso lui.
L'unico che doveva fare i conti con le mille ansie,apprensioni,in tutta la oceanica solitudine del comando,ero io !
- " Direi che possiamo cogliere il suggerimento per il completino,Dir . ! Appena il mare si abbonaccia ci organizziamo . " e con studiata lentezza continuai............" Di cosa ha bisogno Dir che magari la includiamo nel rapporto radio alla Base ? "
- " Questa è una buona notizia Comandante ! Allora ....vediamo...avete da scrivere ?
- " Secondo,vi dispiace prendere nota di quanto elencherà il nostro bravo Dir ? "

Il mio secondo volgeva lo sguardo incerto fra il Dir e me,non riuscendo a capire che pesci prendere .
- " Bene allora cominciamo : nr.2 giunti nuovi per le macchine..........nr.3 tratti di tubo da 1 metro da sostituire per l'oleodinamica..........nr 2 cilindri per il rotocompressore.........resistenze da sostituire......tutte ! Poi.......pompa assetto da smontare e revisionare............se fosse possibile sarebbe meglio sostituirla............baderne del pressatrecce da sostituire su entrambi gli assi...............nr.3 cuscinetti di banco per il termico di dritta........4 per quello di sinistra.........revisione completa per eliminare le dispersioni su entrambi gli elettrici.............smontaggio e revisione del portello di tenuta del valvolone di scarico in coperta...........sostituzione della turbosoffiante di sinistra.............e..............per ora basta.
Dovrei andare un attimo in sala macchine per vedere le ultime cose da aggiungere ! "
- " Benissimo. Secondo avete preso nota di tutto ?? "
- " Ma....Comandante... devo scrivere...... davvero..... tutto ??
- "Certamente ! Il Dir mica ha tempo da perdere....con tutto quello che ha da fare per farci andare avanti ! "

Nel mentre mi avvicinai al Direttore in modo da potergli parlare più riservatamente,e evitare che le brutte notizie fossero alla portata del personale di guardia in manovra.
- " Il fatto è che qui non è solo questione di tempo Comandante.In macchina abbiamo grane grosse e non so fino a quando riusciremo a tirare avanti.Se almeno il mare ci desse una mano ! In queste condizioni non so proprio quanto si potrà reggere.! "
- " Capisco Dir. Ma l'ordine è forzare per tentare di intercettare un convoglio verso ponente. A questo punto
devo sapere su cosa si può far conto o meno. Non posso portare il battello all'attacco in condizioni di non perfetta efficienza. Devo sapere se e su cosa si può fare affidamento ! "
- " Per fare le riparazioni più urgenti dovremmo andarcene giù Comandante.Ma a parte l'urgenza di raggiungere il convoglio,abbiamo si e no 50 atmosfere per espellere la zavorra.Abbiamo una perdita che non riusciamo a individuare. E per finire dobbiamo smontare la presa d'aria del compressore."
- " Quanto tempo occorre per un minimo di riparazioni ? "
- " Facciamo una cosa,torno in macchina e fra una mezz'oretta saprò essere più preciso"
- " Va bene Dir,siamo nelle sue mani "

Sollevò una mano unta di olio come per schernirsi,ma forse fu solo un gesto di rassegnazione.Era uno dei Direttori più in gamba in forza alla flottiglia,ma era anche solo e più semplicemente un uomo con già parecchie missioni sulle spalle e la stanchezza cominciava a farsi strada. Se riuscivamo ad ottenere un periodo di lavori in cantiere, il primo ad andare a casa in licenza sarebbe stato proprio lui,nonostante che per i lavori. la presenza del Direttore di Macchina fosse indispensabile.
- " Comandante prendete del caffè.....è bollente ! " La mia ordinanza,Saruzzo,era comparsa silenziosa alle mie spalle,attendendo con estrema discrezione che terminasse il conciliabolo con il Direttore.
- " Grazie Saruzzo.Che fai con l'incerata addosso ? "
- " Fra un quarto d'ora sono di vedetta Comandante"
- " Bene. Finisco il caffè e arrivo anche io.Qui c'è poco che possa fare."

Saruzzo si mise in disparte in paziente attesa fischiettando sommessamente quello che lui sapeva essere la mia canzone preferita ,anzi la preferita da me e mia moglie : Abatjour.................tu soffondi la luce blu.................
Una punta di malinconia tentò di farsi strada malignamente,ma riuscii prontamente a respingerla.Quello non era il momento di abbandonarsi nè ai ricordi nè alla tristezza.
Ma,Saruzzo,con immenso affetto e rispetto,sapeva che la mia forza traeva vigore anche da queste cose semplici.
Indugiai ancora qualche attimo prima di finire del tutto il caffè lasciando che la mia mente si perdesse dietro le solite considerazioni che da un po' di tempo mi affollavano l'animo.
Nonostante gli anni passati,ancora non ero certo se fosse giusto considerare i miei uomini un po' come tanti figli o fratelli più piccoli o piuttosto lasciare che le barriere dei gradi espletassero la loro atavica funzione.
L'ambiente dei sommergibili era profondamente diverso dal resto della Regia Marina,ma non per questo la disciplina era meno sentita ; forse meno formale,meno rigida ,ma sicuramente mai potevano venire meno quei profondi sentimenti che ne mantenevano vive le consuetudini.
Questo giovane marinaio che mi faceva da ordinanza era la personificazione di tutto questo.
Rispettoso e sinceramente devoto insieme.Mai una volta che una sua premura avesse potuto far nascere il sospetto che potesse essere basso,banale,strisciante servilismo. Sovente se la prendeva con gli altri marinai che magari lo sollecitavano in qualcuna delle sue incombenze.
E lui rispondeva con semplicità e senza scomporsi che conosceva il suo Comandante e sapeva cosa fare.
Non si arrabbiava più di tanto,anche perchè capiva che queste sollecitazioni altro non erano che manifestazioni di stima e affetto,non c'era malizia nello scherzo o nello sfottò .
Quella gente era da settimane in mare,privandosi di tutto,anche della più insignificante delle cose,eppure raramente si abbandonava al mugugno, neanche ora che attraverso il portello della torretta venivano giù cascate d'acqua.
Non c'era nulla che non fosse umido o bagnato.Il tasso di umidità interno era altissimo,e perfino il caffè riusciva a prendere il gusto di nafta . Si navigava già dalla sera prima con tutti i portelli stagni chiusi per evitare che l'acqua
sciabordante in manovra finisse nei compartimenti adiacenti. Le pompe di sentina lavoravano a tutto spiano ; "Purchè reggano" - pensai . Sapendo già di prendermi l'immancabile doccia cominciai ad arrancare sulla scaletta.
Invece giunsi in plancia inaspettatamente asciutto. Ma l'illusione durò ancor meno della sorpresa .
Neanche il tempo di arrivare ad assicurarmi con la cima al passamano che fui sommerso da un'ondata maligna che forse attendeva soltanto il mio arrivo.
E fu soltanto l'inizio. Quando la plancia si riempiva d'acqua ostruendo il passaggio dell'aria che i diesel aspiravano attraverso il portello ,era un martirio per i timpani di chi era di guardia in manovra e in macchina.
Si poteva udire distintamente lo sfrigolare delle onde sul metallo del cupolotto del valvolone in coperta,di poppa alla torretta.Ebbi in quel momento la esatta percezione di un inutile spreco di carburante e di tempo ; con quel mare ,qualsiasi cosa fosse davanti a noi,non l'avremmo mai potuta raggiungere.
Tutto diventava inservibile, dagli occhi arrossati e brucianti ai binocoli eternamente bagnati.
Il battello si arrampicava a fatica sulle erte pendici di onde mostruose ; giunto in cima,restava per una centesima parte di secondo,quasi come sospeso nel vuoto,per poi cadere nell'orrendo abisso liquido che gli si apriva sotto.
Il vento sferzava con violenza le creste delle onde portandosi via lunghe scie di acqua ,e quando si insinuava fra le draglie dell'antenna e le altre strutture in coperta ,il violento sibilo veniva sostituito da enormi e lunghi ululati strazianti,quasi come quelli di un animale ferito a morte.
Il mare era una bolgia infernale : non erano più onde che rotolavano una dietro l'altra bensì enormi funghi d'acqua
che s'alzavano verso il cielo ; mandrie mugghianti che caricavano ferocemente spianando tutto davanti a se.
Mi guardavo continuamente intorno per cercare di capire invano la direzione del mare e del vento ; ma ero continuamente accecato da un'infinità di aghi d'acqua gelata.Il cielo sembrava non avere alcuna distanza dalla superficie
del mare,anzì sembrava tutto un unico viluppo. A stento riuscivo a distinguere le sagome scure degli uomini in servizio in plancia. Ero profondamento inquieto,tormentato costantemente dal timore di perdere qualcuno in mare.
Eravamo sì tutti assicurati con cinture di sicurezza e cime ma quando le onde ci giungevano addosso ricoprendoci,si perdeva l'equilibrio scivolando sul pagliolato viscido.
Essere afferrati da un onda era come essere afferrati dalla mano di un gigante e strappati da qualsiasi cosa si potesse essere trattenuti. Finire in mare voleva dire solo morte certa.
Rimettendomi in piedi con estrema fatica,ebbi il tempo per inorridire vedendo una massa d'acqua enorme,mostruosa,sollevarsi dagli inferi neri del mare e tentare la scalata verso il cielo.
Ma il mare non aveva fatto i conti con il vento che soffiando con estrema violenza ne aveva indebolita la forza di spinta.
Aggrappato al bordo della plancia,provavo tutta l'umana impotenza di fronte a tanta dimostrazione di forza.Una forza enorme,incontenibile,distruttiva e feroce insieme.
Stava crollando anche la mia certezza di conoscere il mare ; sulle navi era tutto ben diverso dall'alto di un ponte di comando.
Dalla torretta di un sommergibile ,a pochissimi metri dal mare,con la stessa identica sensazione di chi galleggia a mala pena con la testa fuori,era tutto completamente e drammaticamente diverso.
L'enorma massa d'acqua precipitò sul BRIN in modo anomalo ,un po' collassando su se stessa e un po'
abbattendosi in avanti,quasi come in un ultimo anelito di vita avesse voluto ghermire disperatamente quella parte che ancora gli sfuggiva del battello.
Nel bailamme di schiuma e vento non si riusciva a distinguere più nulla,ma uno schianto secco e metallico,
mi fece comprendere che il battello,ancora una volta,era stato martoriato dalla furia scatenata degli elementi.La prua era stata spinta ben sotto la superficie e stava lottando disperatamente per tornare a galleggiare,come un naufrago che cerca,annaspando,di tornare a respirare l'aria.
Con esasperante lentezza la prua tornò a fare capolino fra i vortici,rivelando i danni subiti. Con orrore mi avvidi che mancava un vasto tratto di lamiera da entrambi i masconi,lasciando libero il mare di passare da parte a parte.
Ebbi l'immediata percezione della difficoltà del battello a tenere il mare e soprattutto che la prua,ormai con larga parte dell'intercapedine distrutta ,era diventata pericolosamente pesante.
Il povero BRIN ,stanco e provato, vibrava come un diapason e scalciava come un cavallo selvaggio .
Non era più possibile continuare ; ordini o non ordini,dovevo immergermi per trovare sicurezza nelle profondità di quella tinozza in ebollizione.
- " Prepararsi all'immersione ! " urlai con tutte le mie forze nel tubo portavoce.
Ma da sotto non giunse conferma.
- " Prepararsi all'immersione e Cristo,che qualcuno risponda !!! ""
Nulla !
- " Uno di voi scenda dabbasso a dare gli ordini !!! "
urlai mentre mi volgevo verso le vedette.
In un attimo un'altra tremenda ondata si abbattè questa volta sulla torretta.Una parte filtrò attraverso gli ampi finestroni sfondati con getti di una violenza tale da togliere ogni sostegno alle gambe .Caddi pesantemente sul pagliolato cercando di trovare la cima di sicurezza che mi teneva rizzato al passamano. Un forte strappo mi rassicurò ; la cima era ancora integra e mi teneva saldamente a bordo !
L'acqua rigurgitava tutto intorno e non fui abbastanza rapido nel chiudere la bocca ; mi sentii soffocare dall'acqua salata ,tossendo e sputacchiando disperatamente alla ricerca di aria.
Con uno sforzo sovrumano mi alzai sulle ginocchia senza riuscire comunque a distinguere nulla ; gli occhi mi bruciavano dolorosamente.
Dovevo riacquistare assolutamente controllo e padronanza di movimenti ; ma dove erano finite le vedette e l'Ufficiale di guardia ??
Cercai in giro con lo sguardo ,preso da una frenesia disperata ; l'ansia per i miei uomini mi attanagliava le viscere impedendomi razionalmente di formulare qualsiasi pensiero lucido.
In un angolo della sottostante plancia riparata,un corpo cercava convulsamente di rialzarsi in mezzo all'acqua ; riuscii a distinguere il volto stravolto e insaguinato dell'Ufficiale di guardia.
Provai invano ad urlare attraverso il portello per cercare aiuto dabbasso.
Tenendomi con una mano alla battagliola cercai con l'altra di aiutare l'Ufficiale a rimettersi in piedi.
La terribile spossatezza di cui eravamo preda non consentiva di articolare movimenti corretti.
Finimmo di nuovo entrambi bocconi ed esausti.
Quasi come per miracolo spuntò la testa del mio Secondo dal portello che si rese subito conto della situazione e agganciò rapidamente la cintura di sicurezza al passamano.
Afferrammo per la cerata l'Ufficiale cercando di avvicinarlo al portello dove un'altra testa era comparsa.
- " Resta là e chiama qualcun' altro ! " sbraitò il Secondo. " State pronti ad agguantare gli uomini !! "
Riuscimmo in qualche modo e con una fatica sovrumana a calare nel portello l'Ufficiale ferito e che perdeva vistosamente sangue da un'ampia ferita alla fronte.
Stare in piedi e in equilibrio era quasi impossibile,e la cima di sicurezza limitava fortemente i movimenti.
Non potevo starmene inerme mentre battello e uomini venivano fatti a pezzi.
Volgendo intorno lo sguardo disperatamente,con gli occhi per metà accecati,avvistai un corpo esanime incocciatto per la cerata su qualche spuntone alla base della mitragliera di sinistra.Sembrava una marionetta disarticolata che veniva sballottata seguendo i movimenti convulsi del BRIN . Ebbi la precisa sensazione di aver preso un pugno in pieno volto.Avevo riconosciuto in quel corpo ormai senza vita,Saruzzo,la mia ordinanza...................incapace di reagire.........ebbi solo la percezione di un urlo più simile ad un ruggito di un animale ferito in cui esplodevano rabbia..........impotenza..........dolore.........e la consapevolezza straziante di aver sacrificato inutilmente delle vite umane.
Forse il mio urlo era giunto fino alle più inosabili altezze dell'universo,e lo speravo con tutte le mie forze ; chi governava le nostre vite doveva conoscere il mio dolore........la disperazione straziante di un padre che perde un figlio,un fratello più piccolo,una persona cara e devota. Era davvero troppo anche per gente come me,avvezza alle durezze della vita,e soprattutto della vita di mare.
Un filo di sangue scorreva dalla bocca di quel volto giovane che sembrava aver fissato negli occhi tutto lo stupore e la meraviglia di una fine così atroce.Eppure,quel volto, manteneva intatta ancora tutta la serenità dei suoi anni.
Cercai di strisciare penosamente verso quel corpo privo di vita,invano. Qualcosa o qualcuno me lo impediva,tenendomi schiacciato sul carabottino di legno . Ma forse era soltanto una sensazione e null'altro ; sentivo ogni mia più piccola residua energia fluire via insieme alla acqua che invadeva la plancia. Per un attimo pensai che quello era solo l'inizio di una inevitabile fine.
Mani premurose e forti mi sollevarono trascinandomi verso il portello ; avrei voluto oppormi,trovare ancora una scintilla di vitalità per rifiutare quell'aiuto e recuperare il corpo di Saruzzo.
Ma l'urlo prolungato mi aveva lasciato senza fiato,come un pallone sgonfio.
Un forte dolore al fianco,di cui solo allora ebbi consapevolezza,mi sorprese mentre penosamente cercavo di scendere la scaletta,aiutato da invisibili mani e sotto continui scrosci d'acqua dall'alto.
Avvertii anche il gusto acre e ferrigno del sangue che copioso usciva dal labbro spaccato.
- " Dov'è il Secondo ? " farfugliai confusamente in camera di manovra.
- "Eccomi Comandante "
- " Portaci giù Vanni. Per l'amor di Dio porta giù il BRIN."

Ordinatamente venivano eseguiti tutti i soliti ordini. Venne trasferita la trazione sugli elettrici,vennero aperti gli sfoghi d'aria,le valvole di allagamento,mentre di fuori l'inferno continuava a recitare la sua parte.
Ci volle un'eternità prima che la lancetta del manometro di profondità si schiodasse dal fine corsa ,quasi come se il mare non avesse intenzione di mollare la sua preda.
Con esasperante lentezza la prua cominciò ad andare giù mentre l'inclinometro longitudinale ne registrava l'allineamento.
L'acqua che ancora stazionava abbondante sul pagliolato della camera di manovra,cominciò ad ammucchiarsi verso la paratia prodiera.
- " Portalo almeno a 50 metri Vanni. Compensalo bene ."
Tutto cominciò a roteare e deformarsi davanti agli occhi ; cose.......................persone...............strumenti , mentre i movimenti convulsi del sommergibile cominciavano lentamente ad attenuarsi,stavo crollando esausto con l'ultima confusa e cruenta visione del sangue dei miei uomini spazzato via dal mare,che, finalmente mosso a pietà ripuliva l'acciaio della plancia.

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In memoria dei caduti in mare di ogni epoca,amici o nemici,comunque marinai coraggiosi.

Cte ETNA

 


 

Grupsom - Sommergibili Mediterranei