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MAX KENNEDY HORTON
SOMMERGIBILISTA PER VOCAZIONE
Nel 1940,Sir Max chiese ed ottenne l’autorizzazione per visitare i sommergibili che operavano nel Mediterraneo e alle dipendenze del Comando in capo della MedFleet. La replica fu :…..Che sia il benvenuto. Nessuna obiezione. C’erano tre basi da visitare . Gibilterra,dove i nuovi sommergibili venivano preparati ad operare in quello specifico teatro bellico , Malta,che era la base della 10^ Flottiglia ed infine Alessandria,base della 1^ Flottiglia. Furono giorni faticosi e febbrili potendo dedicare tre giorni al massimo per ciascuna delle basi da visitare . A Malta tenne una conferenza ai Comandanti dei sommergibili che colsero al volo l’occasione per reclamare circa il pessimo funzionamento delle guide dei siluri.
“Perché succede…?…” .chiese al Capitano Simpson…..comandante della flottiglia.
La risposta che Sir Max ricevette non fu ritenuta soddisfacente e lo indusse a chiedere i disegni costruttivi dei siluri. Dopo averli esaminati concluse che le risposte fornite erano stupide e non avevano nulla a che vedere con i difetti,quindi chiese al Capitano Simpson che il mattino successivo,nella officina siluri,venisse portato uno dei guida siluri difettoso,in modo che Egli e l’Ammiraglio Boyd,capo della scuola torpedinieri,avessero la possibilità di ispezionarlo da vicino. Il giorno successivo Sir Max condusse l’ispezione con la consueta pignoleria smontando pezzo per pezzo il guida siluri e dimostrando a tutti che il difetto non era progettuale. In realtà si trattava di formazioni di verderame sulle parti più delicate del meccanismo che ne causava il malfunzionamento. L’unica soluzione possibile era smontare la guida,ripulirla per bene e rimontarla,il tutto prima della partenza del battello : ove mai non fosse possibile,consigliava di lasciar partire comunque il battello e procedere alla pulizia appena in mare e senza ulteriori perdite di tempo, segnalando contestualmente a tutti i battelli il provvedimento da prendere.
Naturalmente,Sir Max,non lesinò nel corso della sua missione,assidue visite presso i Comandanti dei sommergibili prodigandosi in consigli ed incoraggiamenti , criticando perfino se stesso nel caso egli lo ritenesse di buona utilità .Ascoltando un Comandante che raccontava di una infiltrazione in sala macchine nel suo battello disse : “ Feci la stessa cosa nel 1915 sul mio battello portandolo molto vicino all’affondamento” . Era certo che il suo interlocutore non avrebbe mai più commesso lo stesso errore.
Nel corso dell’offensiva in Mediterraneo,i suoi battelli provocarono la perdita del 45% di tutte le perdite del nemico : l’esercito tedesco fu portato verso il blocco completo attraverso la mancanza di carburanti e munizioni. Il Primo Lord del Mare disse a Sir Max un giorno : “ Grazie a Dio non ho bisogno di ricorrere ad una stretta aderenza ad un sistema di convogli nei confronti dei Comandanti dei Vostri battelli “,
il che probabilmente significava che essi sarebbero stati capaci di affondare anche le proprie navi in preda ad una sorta di frenesia da cibo come accade per i pescecani. Ma il riconoscimento più alto venne proprio dal nemico, dall’Ammiraglio tedesco stanziato presso l’Alto Comando italiano…………..” Mai come ora,la flotta britannica domina sul Mediterraneo…..l’arma più pericolosa è il sommergibile “……!
E’ rimarchevole una tale osservazione da parte di un Ufficiale della Kriegsmarine , arma nella quale gli uboats eccellevano su ogni altra unità ! I battelli di Sir Max continuavano ad attaccare in Atlantico ogni nave da guerra,mercantile o perfino ogni uboat che capitasse a tiro mentre restava sempre più sconcertato dalle continue restrizioni e interferenze sia a livello politico sia a livello strettamente tattico. All’inizio del conflitto furono osservate tutte le leggi internazionali concordate ante-guerra,ma Egli restava fermo nella sua opinione,che ogni nave dovesse essere colata a picco senza distinzioni o eccezioni di sorta al suo avvistamento……un po’ come del resto ragionava lo stesso Dönitz dall’altro lato della Manica , ed inoltre fu estremamente contrario all’uso dei suoi battelli come scorta ai convogli combattendo aspre battaglie con chi gli imponeva una simile operatività . Puntò i piedi fino alle estreme conseguenze in un caso specifico,ossia quando dall’Ammiragliato si fecero pressioni affinchè i suoi battelli effettuassero scorte ravvicinate quando i convogli giungevano a ridosso degli accessi occidentali (Western Approaches) ! Non avrebbe mai messo in pericolo un suo battello in quella zona dove sia la Royal Navy sia la RAF conducevano una lotta serrata ed asfittica contro gli uboat e le più piccole schnellboat : l’equivoco,l’errore,uno scambio di identificazione,potevano segnare la condanna a morte di un suo equipaggio ! Dopo l’invasione della Russia da parte della Wermacht , sebbene a corto di battelli,Sir Max fu indotto a dirottare una piccola flottiglia di battelli per rinforzare le forze subacquee sovietiche di base a Murmansk : fu una scelta eccellente dacchè gran parte delle perdite tedesche,anche in quella zona,furono causate dai suoi eroici sommergibilisti.
L’Ammiraglio Raeder,in suo colloquio con Hitler,ebbe a dire…..”Allo stato attuale non v’è speranza di poter inviare trasporti truppe ad est di Capo Nord ! Il pericolo derivante dalla presenza di sommergibili nemici espone ogni spedizione ad un altissimo rischio di affondamento. Occorre un numero maggiore di Cacciatorpediniere o unità similari per mettere in difficoltà le operazioni nemiche e ciò a scapito di altre zone dove pure la loro presenza è indispensabile e vitale “
Sir Max,sempre più determinato a rendere la vita difficile al nemico, ebbe notizie di un sommergibile di tipo “tascabile” in costruzione presso un cantiere privato : senza esitazione partì dal HQ per vederlo di persona e valutarne eventuali impieghi alle sue dipendenze. Ciò che vide ebbe un forte impatto sulla sua immaginazione e decise di dare il suo più totale sostegno a quella iniziativa di cui Egli già intravedeva le ampie possibilità : quei piccoli battelli catalogati successivamente classe “X”( X-Craft) , furono gli stessi che danneggiarono gravemente la Tirpitz nel suo covo norvegese . Uno di essi,fra i primi a d essere impiegato, fu l’HMS X-24 che l’11 Aprile 1944 , affondò nel fiordo di Bergen il mercantile BARENFELS dell’HANSA DSG di 7500 tsl .Nel corso della successiva missione,lo stesso X-24 affondò un bacino galleggiante sempre nel porto di Bergen.L’HMS X-24 musealizzato nel dopoguerra.
SS BARENFELS della HANSA DSG di 7500 tsl.
Il relitto della BARENFELS dopo l’attacco dell’X-24
L’Ammiraglio Horton,sempre più determinato,ebbe un ruolo altresì decisivo nella costruzione dei primi SLC (Siluri a lenta corsa inventati dagli italiani) di marca britannica e battezzati “Chariots” che furono impiegati con successo in Mediterraneo dove affondarono l’Incrociatore Bolzano in rada a LaSpezia , un incrociatore leggero classe Capitani Romani (l’Ulpio Traiano) e un grosso mercantile,nel porto di Palermo.
La battaglia dell’Atlantico era ad un punto cruciale riducendo ai minimi termini quella ipotetica linea di sicurezza tracciata per la sicurezza dei mari e delle coste inglesi : per questa grave crisi,l’Ammiragliato ricorse al suo uomo migliore…..l’Ammiraglio Sir Max Kennedy Horton,che ammainata la sua insegna al comando dei sommergibili,la issò presso il Comando in Capo dei Western Approaches. : il bracconiere era diventato guardiacaccia !! Un Comandante di sommergibili contro l’intraprendente ed abile Karl Dönitz !
Era opinione diffusa nella Royal Navy che per catturare un ladro era necessario ingaggiare un altro ladro !!!Fonti fotografiche:
- RN Submarine Museum Photo Archive
- Imperial War Museum
- Varie edizioni del Jane’s Fighting Ships.
- Photoships.co.uk
Fonti bibliografiche :
- A damned un-english weapon E.Gray 1971
- Captain at war E.Gray 1988
- Max Horton and the western approaches WS Chalmers 1956
- HM Submarines PK Kemp 1952
- Submariner par excellance A.Gibson (SCR-2001)Guglielmo Lepre (Etna)
NOTA :
Come per precedenti lavori,copia del presente articolo è stato
depositato presso uno studio legale in formato cartaceo e su
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Guglielmo Lepre (Etna)