Guglielmo Lepre
(nick GRUPSOM - C.te ETNA)
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LA MARINA MERCANTILE GIAPPONESE
IN GUERRA
di CLC Guglielmo LEPRE "Etna"
Solo la Kaiyo scampò al conflitto , mentre la Taiyo,la Unyo e la Shinyo furono silurate ed affondate dai sommergibili americani.
Solo all'inizio del 44 la lotta ai sommergibili cominciò ad avere qualche effetto e a indurre i comandanti americani ad una maggior attenzione ,grazie all'impiego di aereoplani in ampi pattugliamenti : avrebbero potuto ottenere una significativa e maggior efficacia se solo fossero stati armati opportunamente per la lotta antisommergibile , che nonostante le perdite continuava ad essere trascurata. Anche quando Radar e Sonar fecero la loro comparsa sulle navi della IJN ,insieme con il MAD (Magnetic Airborne Detector), la loro tecnologia era poco affidabile e solo verso la fine, il prezioso aiuto di questi mezzi cominciò ad avere qualche significato.
Il 60% della flotta mercantile fu colato a picco dai sommergibili americani, la restante aliquota va suddivisa fra aerei e mine .
A prescindere dalla tipologia,quando i mercantili vennero requisiti da Esercito e Marina,fu necessario adattarne una certa aliquota per far fronte alle diverse necessità imposte dallo stato di guerra : delle circa 100 petroliere , 1/5 era stato ottenuto con conversioni d'emergenza da navi passeggeri e da carico - poco più di una dozzina fu convertita in Incrociatori Ausiliari - altre dieci convertite in trasporti per aerei , navi appoggio per idrovolanti , navi appoggio per cacciatorpediniere,navi appoggio per sommergibili ,navi adibite a trasporto munizioni,due a navi officine e sei a navi ospedale.La necessità di avere vettori specifici nel settore minerali e non , indusse i cantieri a incrementarne il numero sia con nuove costruzioni sia con trasformazioni e conversioni di alcuni scafi (una ventina) tipo Standard Merchant 1K class : prima della fine del conflitto furono completate 37 ore carriers (mineraliere) di cui poi 6 dovettero essere convertite in petroliere.
La mancanza di navi da sbarco specializzate rese necessaria la trasformazione,a costruzione in corso, di una decina di scafi ,che furono altresì dotati di ponte di volo per alcuni tipi di aerei , di alloggiamenti per piccoli mezzi da sbarco e depositi di carburanti,e in qualche caso anche di rampa poppiera.
In questa foto vediamo la rampa poppiera della SHINSHU MARU
AKITSU MARU 11800 TSL gemella della NIGITSU MARU
SHINSHU MARU 8130 TSL 19 NODI
MAYASAN MARU 11910 TSL 20.8 NODI GEMELLA DELLA TAMATSU MARU
KIBITSU MARU 8428 TSL 19 NODI GEMELLA DI SETTSU MARU E HYUGA MARU
(KIBITSU)
(SETTSU)
TAKATSU MARU 5656 TSL 19 NODI
KUMANU MARU 8000 TSL 19 NODI
Il compito delle navi mercantili era semplice : raggiungere i porti di imbarco delle preziose materie prime,consegnarle alle industrie in patria e rifornire con i materiali finiti le forze armate impegnate al fronte . In realtà la flotta da trasporto dovette affrontare più sfide di quanto gli strateghi avessero saputo prevedere,in primis la provata incapacità di proteggere quelle vitali arterie che qui di seguito riportate.
La rotta principale verso la base di Truck finì con tenere in vita soltanto la prima tratta verso l'arcipelago delle Bonin. La rotta centrale verso Palau s'interruppe al momento della riconquista americana delle isole nel Settembre del 44.
L'ultima rimasta,quella verso Singapore,finì con il chiudersi quando le Filippine ritornarono sotto il controllo americano.
Nella primavera del 45,tutto ciò che restava erano le linee di comunicazione fra i porti occidentali giapponesi e i porti della costa nord-orientale asiatica,Mar del Giappone e Mar Giallo.
Queste zone,insieme con i bracci di mare interni alle isole giapponesi,erano facilmente difendibile e soprattutto quasi del tutto inaccessibili ai battelli americani,grazie anche ai campi minati. Nonostante ciò,nella notte fra il 4 e il 5 Maggio 1944, un sommergibile americano (SS 291 USS Crevalle) passò attraverso lo stretto di Balabac e riuscì ad affondare la NISSHIN MARU di 17mila tsl , la petroliera più grande che avessero i giapponesi , e non fu l'unico forzamento americano : il WAHOO nell'Ottobre del 43,al largo della costa occidentale di Honshu,nei pressi dello stretto di Tsushima,aveva affondato 4 navi fra cui la KONRON MARU di 9000 tsl, con la perdita di oltre 500 vite umane.NISSHIN MARU
KONRON MARU
Questi episodi avvilirono enormente sia l'opinione pubblica sia la Marina Imperiale che ben presto dovettero ricredersi sull'inviolabilità dell' "Emperor's bathtub" (la tinozza dell'imperatore) così come avevano soprannominato quella zona i sommergibilisti americani.
Il convoglio "TAKE-1" partito da Shangai il 17 Aprile 44 e composto da 10 navi con truppe e materiali , ebbe una prima settima di navigazione tranquilla.
All'altezza di Luzon le cose cambiarono drammaticamente : lo USS JACK affondò la prima nave,la YOSHIDA MARU di 5425 tsl. Dopo due giorni di attesa alla fonda nella baia di Manila,il convoglio salpò alla volta della Nuova Guinea ,dove le truppe schierate per fronteggiare le forze americane,attendevano disperatamente rinforzi.
I decifratori americani,una volta di più,fecero l'ennesimo ottimo lavoro : a seguito delle intercettazioni fu possibile inviare 3 sommergibili lungo la rotta in agguato e mandare a fondo 3 navi prima che le esigue scorte si avvedessero della loro presenza.
Nell'estate del 44,un ulteriore convoglio venne colpito nello stretto di Luzon,fra Formosa e le Filippine : 100mila tsl affondate,3 unità per difesa costiera,2 cacciatorpediniere ed una portaerei di scorta.
Nel mese di Ottobre dello stesso anno,gli aerei della flotta di Halsey effettuarono un raid su Formosa,affondando 40mila tsl di navi mercantili nel porto di Takao.
Nel Gennaio del 45, la questione trasporti raggiunse vette drammatiche : in una decina di giorni le forze di Halsey affondarono 33 mercantili per 142.285 tsl e 13 unità da guerra.
Pochi giorni dopo, altre 5 petroliere da 10mila tsl colarono a picco , insieme con una cisterna della Marina Imperiale in rada a Hong Kong.
In una decina di giorni i giapponesi persero ben 25 preziosissime petroliere con il loro carico.
Nel Marzo del 45, i giapponesi raccolsero 8 mercantili con 8 unità di scorta,nella rada di Singapore per inviare materie prime vitali in patria : fra attacchi aerei e sommergibili, nessuna di quelle navi riuscì a raggiungere il Giappone.
Nella restante primavera di quell'anno , i giapponesi cercarono di organizzare nuovi piccoli convogli nel Mar del Giappone : le unità subacquee americane ,prima di defilarsi dalla zona, avevano al loro attivo una media di 2 navi affondate al giorno.
Ormai il problema non era soltanto arginare la marea americana bensì di procurare il necessario per sopravvivere anche in patria ed alimentare la popolazione.
La vita dei soldati al fronte era pessima e non è che chi fosse nelle retrovie stesse meglio.
Tradizionalmente la vita di un navigante non è mai stata allietata da comodità e pranzi succulenti : sulle navi impegnate in periodo di guerra, l'esistenza era messa a dura prova e non solo per i rischi connessi alla professione o per quelli derivanti dalla asfissiante presenza dei nemici di turno ma anche dalla scarsità di cibo ed acqua e dalla totale assenza di igiene.
Nessuno se la passava bene fra i giapponesi e ciononostante nessuno pensò mai di poter soccombere anche a costo della vita come stavano dimostrando i piloti suicidi.
Un soldato in trasferimento sulla GOSHU MARU di 8592 tsl e varata soltanto quattro anni prima, affidò al suo diario un ricordo personale della permanenza a bordo racchiuso in poche ma efficaci parole : "Sembra che la nave non abbia alcuno spazio destinato alla vita di un essere umano" .
Per molti di loro era un indicibile sollievo,dopo essere riusciti a cavarsela per mare, giungere al porto di destino e sbarcare,ancorchè destinati in prima linea appena messo piede a terra.
Per i prigionieri di guerra,sovente le navi rappresentavano un autentico inferno essendo notoria la scarsa propensione giapponese al rispetto degli esseri umani.
Si garantiva acqua e ventilazione negli spazi destinati ai cavalli ma non in quelli che raccoglievano essere umani.
Il puzzo nelle stive e nei corridoi , mescolato al caldo insopportabile , indusse qualcuno a coniare un nome speciale " Eau de Maru " !
In ultimo,già dal 44, gli equipaggi venivano formati da pivelli senza la minima esperienza,sovente prelevati dai banchi di scuola e catapultati in una realtà inimmaginabile.
Essere al comando di un mercantile,per quei tempi, valeva quale biglietto per un collasso nervoso .
La situazione dei cantieri navali era prossima al collasso a causa degli scarsi materiali e del sempre più incisivo assenteismo dei lavoratori.
Verso la fine del 42,gli americani erano già in grado di produrre 3 navi liberty al giorno :
l'anno dopo , per la costruzione e la consegna di un Liberty o di un Victory, occorrevano al massimo tre settimane lavorative.
Anche nel periodo migliore,il Giappone non era mai stato in grado di giungere a tali livelli produttivi.
In 44 mesi di guerra il Giappone aveva perduto 8,5 milioni di tsl fra i vari tipi di navi.
L'arrivo della petroliera SARIYA MARU in un porto giapponese nel febbraio 1945, fu ritenuto e considerato un autentico miracolo,al punto da indurre le autorità a festeggiare con il Suntory Whiskey , probabilmente l'ultima bottiglia rimasta in tutto il paese.
La 2GM aveva rimodellato le società e l'estensione geografica di molti paesi : era iniziata con le cariche di cavalleria dei carri armati e si era conclusa con una nuvola bianca a forma di fungo su migliaia di donne anziane che si esercitavano al combattimento con lance di bambù.
Fu detto ed accettato che l'utilizzo delle due atomiche su Hiroshima e Nagasaki era stato reso necessario per por termine ad un conflitto lungo e sanguinoso , la cui continuazione avrebbe imposto il sacrificio di ulteriori decine di migliaia di uomini ; che i giapponesi,civili o militari che fossero, avrebbero tutti combattuto fino alla fine.
Nessuno si è mai chiesto però con cosa avrebbero combattuto.
Forse con le forchette ?Cap.L.C. Guglielmo Lepre "Etna"
Per chi non lo sapesse "Maru" significa "Nave"
BIBLIOGRAFIA :
- The japanese merchant marine in WW II di M.Parillo
- Japan's commerce raiders di ET Layton
- Choronology of the war at sea 1939-1945 di Rohwer-Hummelchen
- Japanese merchant ships built di Schell-Cundall
- History of Mitsui and OSK Liners in WW II di N.Hisashi
- Arcipelaghi in fiamme di D.Dupuis
- Merchant fleets 1939 di JordanFONTI FOTOGRAFICHE :
- Coll. privata dell'autore
- Combined fleet
- Photoships co UK
- Shipsnostalgia
- Shipping Co. Fleet Lists
- Navi ed Armatori
- Snipview.Chiunque dovesse invocare e provare eventuali diritti di copyright
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Guglielmo Lepre (Etna)
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Grupsom - Sommergibili Mediterranei