Libro, edito nel 1943 dalla Regia Accademia Navale, dai contenuti molto tecnici e quindi destinato ad una utenza qualificata, come erano appunto gli allievi ufficiali della Regia Marina.

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Apparato Motore di Propulsione di Superfice

Paragrafo 4 °

 

POTENZA E VELÒCITÀ IN SUPERFICIE.

Per la determinazione della potenza dell’apparato motore termico dei sommergibili, il procedimento usato è uguale a quello adottato per le navi.
Molta importanza perciò ha lo studio teorico della determinazione della resistenza al moto effettuato presso le vasche sperimentali, nelle quali si determina la potenza di
rimorchio F.C.E. (forza cavalli’ effettiva) corrispondente alla carena nuda ed a quella con appendici. Da questo F.C.E. si passa poi alla F.C.A. (forza in cavalli asse) mediante un coefficiente propulsivo dato dal rapporto F.C.E/F C A .E' da tener presente però che l’influenza delle appendici sulla resistenza del moto nei sommergibili, è molto più grande di quella delle navi ordinarie. Infatti mentre per queste le appendici sono il timone verticale, i ringrossi degli alberi porta eliche, gli alberi stessi, i bracci sui sommergibili si hanno ancora; i timoni orizzontali subacquei, le difense dei timoni, i ringrossi dei tubi di lancio, la barchetta, i tagliarete, gli avviamenti dei doppi fondi, etc. Quando queste appendici sono molto estese esse assorbono circa il 30 % della resistenza totale, indipendentemente dal tipo ’i carena usato. Sul tipo di carena, ha influenza invece la resistenza di attrito che dipende dall’estensione della superficie bagnata e la resistenza dei vortici che dipende dalla lunghezza di carena, dal dislocamento e dalla velocità del sommergibile.
A parte tutte le considerazioni sulle resistenze di carena che si è cercato di migliorare, sia per quanto riguarda le appendici riducendole a quelle strettamente necessarie e con buona forma di penetrazione, sia per l’attrito diminuendo la superficie con l’adozione degli scafi cilindrici, sia per la resistenza dei vortici compatibilmente con gli altri requisiti esiste sempre il fatto, che la potenza stessa è legata a tutte le altre caratteristiche del sommergibile, e non se ne può variare una
senza modificare profondaente le altre, o senza aumentare notevolmente il tonnellaggio a scapito delle altre qualità di evoluzione e di rapidità di manovra. Stando così le cose, non è possibile aumentare la potenza dell’apparato motore di superficie; senza intaccare i requisiti bellici e di autonomia; progressi in questo senso si potrebbero fare solamente in virtù dei progressi della tecnica.
Attualmente per motori a semplice effetto i pesi per cavallo dei soli motori si aggirano ancora sui 15/18 Kg. anche se sono stati realizzati motori a due tempi con iniezione meccanica, e motori a 4 tempi sovralimentati. D’altra parte data la ristrettezza dello spazio a disposizione, non si pensa per ora alla istallazione di motori a doppio effetto sovralimentati di grande potenza, i quali hanno fatto la loro apparizione sulle motonavi, e sui bastimenti da guerra di superficie di altre marine. Quindi con la sovralimentazione dei motori a 4 tempi e con il sovraccarico che è possibile richiedere ai motori a 2 tempi si è arrivati a potenze di circa 5000 cav/asse sui sommergibili inglesi tipo « Tha­mes » ed a 6ooo cav/asse sul sommergibile Francese « Surcouf ». In Italia siamo già a potenze di 4370 cav/asse per il sommergibile « Fieramosca ». Queste potenze richiedono però un notevole dislocamento.
Le Velocità naturalmente, sono una conseguenza delle potenze applicate ed oggi si può contare su velocità variabili da 14-16 miglia orarie per i sommergibili costieri, e da i 6-19 miglia orarie per quelli oceanici.

AUTONOMIA E DOTAZIONE DI COMBUSTIBILE

La determinazione dell’autonomia dei sommergibili viene di solito fatta riferendosi alla velocità di crociera tra 8 miglia.
Conoscendo il consumo di combustibile in Kg. per cavallo ora alle velocità considerate e conoscendo la potenza necessaria, si ha il consumo orario moltiplicandoli fra di loro, ed il consumo per miglio dividendo per la velocità di crociera.
Il consumo per miglio è molto importante a conoscersi, perchè in base ad esso si conosce l’autonomia ovverosia la distanza che il sommergibile può percorrere.
Il Maggior Generale del Genio Navale E. De Vito in una sua pubblicazione sui sommergibili, dà una tabella da lui compilata, che per una certa velocità di crociera ed un certo dislocamento, avendo fissato a Kg. 0,25 il consumo per cavallo-asse ora, dà il consumo in Kg. per miglio.

 

I valori di questa tabella sono riferiti ai consumi effettivamente constatati in servizio e quindi leggermente superiori a quelli richiesti dai contratti delle prove. Da essa risulta che il consumo per miglio ad 8 nodi è all’incirca metà di quello ad~ i i flodi.
Dall’esame dei carichi normali e dei sovraccarichi di combustibile dei sommergbili delle varie marine, si nota che per i sommergibili costieri la dotazione in sovraccarico di combustibile è circa il 5 % del dislocamento. Per i sommergibili oceanici essa varia tra l’8 ed il 10% del dislocamento, arrivandò fino ai 15-20% per gli incrociatori sommergibili destinati ad operare molto lontano dalle proprie basi.
La dotazione normale è all’incirca uguale alla metà di quella in sovraccarico. Non si può però esagerare sulla dotazione in sovraccarico di còmbustibile per non diminuire eccessivamente la riserva di spinta.
Sempre secondo E. De Vito, fissando ad 8 miglia la velocità di crociera, l’autonomia in miglia per i vari tipi di sommergibili viene ad essere:

di mg. i 5000 a 20000 per gli incrociatori sommer~gibili.
di mg. 9000 a 12000 per i sommergibili .oceanici.
di rng. 2000 a 6ooo per i sommergibili costieri.

 

 

 

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