...tra il fondale fangoso.....

Molti anni dopo, un appassionato subacqueo, un marinaio di quelli che sul are sono nati (e mi fa piacere scrivere il suo nome: Edoardo Iannone), si è immerso nel sito dove il Trieste è rimasto per 7 anni. Dovete sapere che sul fondo esiste ancora una vera e propria impronta lasciata dalla nave, un’impronta lunga oltre 100 metri e profonda in alcuni punti ben 5-6 metri. Il fondale è fangoso, ogni piccolo movimento solleva polveri fangose e nere che tolgono ogni visibilità. Nonostante tutto, il buon subacqueo a riportato alla luce, alcuni oggetti. Sono oggetti di per se insignificanti ma ciò che li rende affascinanti e direi quasi “sacri” è che facevano parte dell’incrociatore Trieste. Sono Carichi di Ctoria ed anche di tristezza. Anche in questo caso, voglio omaggiare gli amici di GRUPSOM con alcune immagini

Una pompa elettrica delle Officine Galileo, notate i danni subiti dalle esplosioni - Marchio della Galileo ancora presente

 

Una maschera antigas T 35 della dotazione di bordo - Accumulatore a batterie

 

Interno dello stesso, sono presenti le pile ed è ancora leggibile (su quella di sinistra: "Regia Marina"-Parte della particolare cuffia in uso agli aerofonisti, il tubo in gomma è ancora morbido, nonostante gli oltre 60 anni di permanenza in mare

 

Oggetti di corredo della mensa ufficiali - Resti di un piatto datato ottobre 1940

 

Cucchiaio in massiccio argento, con ancora i marchi sabaudi e lo stemma della Regia Marina - Un oggetto più modesto, sicuramene della mensa equipaggio, un piatto di alluminio

 

Matricola del marinaio che lo aveva in dotazioe - Un pezzo che ci fa capire la violenza delle esplosioni, si tratta dei resti di un oblò, pensate che il cristallo ha uno spessore di 2 cm! La violenza delle esplosioni lo hanno divelto dall'oblò e spezzato


Testimonianza di Mario Maffezzoni, classe 1922, all’epoca ha solo 21 anni

III° Divisione...la FINE

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