Guglielmo Lepre

(nick GRUPSOM - C.te ETNA)

Per una migliore Lettura si consiglia una risoluzione

da 1440 x 900 in avanti

Presenta


 

R.S. PERLA , UN GATTO DALLE SETTE VITE

 

Le disavventure di questo battello sono emblematiche giacchè furono quelle in cui incorsero tutte le unità subacquee colà dislocate.
Le sue vicende prendono le mosse in anticipo sui tempi stabiliti da Marisupao che per l’unità
in parola aveva deliberato un turno di riposo : le esigenze operative costrinsero purtroppo
a mandare in mare un equipaggio già stanco e debilitato nel fisico.
Il TV Pochain al comando del Perla,lasciò gli ormeggi nel pomeriggio del 19 Giugno con destinazione
il golfo di Tajura in un punto a 15 miglia da Ras el Bir , con la consegna di affondare ogni unità da guerra
e mercantile con la bandiera inglese a riva o comunque collaborante col nemico.
La durata massima della missione era stata stabilita in una ventina di giorni,che in quelle
condizioni climatiche significava portare gli uomini alle soglie del collasso psico-fisico : ma nessuno
si tirò indietro nonostante che al Comandante fosse stato dato ampio potere discrezionale nel merito.
All’alba del 20 ,il Perla, in osservanza alle norme prescritte,manovrò per immergersi e proseguire
per la sua destinazione ma già dopo poche ore si ebbe il primo incidente allorquando un
macchinista,vittima di un colpo di calore, fu costretto a ricorrere ad inmmediato intervento
medico. Pochain,a fronte del malfunzionamento dell’impianto di condizionamento e non volendo
riununciare alla missione,dispose che nel corso della notte,navigando in superficie,si procedesse
ad una completa manutenzione dello stesso ; non era umanamente possibile continuare in quelle
condizioni : il calore emanato dai motori elettrici,dalle apparecchiature ausiliarie,dalle pompe
e dagli stessi accumulatori,rendevano l’aria rovente e penosa da respirare.
Desta qualche perplessità la sua dichiarazione in sede inquirente :
......«Dai dati in possesso del D.M. (3),risulta che conseguenze gravi per effetto del cloruro
di metile si hanno soltanto con concentrazioni tali di gas che non sono raggiungibili su un sommergibile
neanche se l’impianto si scaricasse completamente»
Traspare in modo evidente quanto ancora fossero sconosciuti gli effetti micidiali di questo gas.
Dopo la revisione e  manutenzione dell’impianto,il Perla si immerse di nuovo all’alba del 21,ma
non passano che poche ore per registrare altri numerosi casi di intossicazione.
Nonostante le critiche condizioni ambientali,Pochain non sa rinunciare alla sua missione e nel
corso della notte del 22, passato lo stretto di Bab el Mandeb, si posa sul fondo in attesa del
crepuscolo mentre chi è ancora in condizioni di lucidità ha il suo bel da fare per tenere sotto
controllo alcuni uomini in evidente stato di alterazione psico-fisica.
Riemerso a notte fatta,Pochain fece arieggiare gli interni sperando che l’apporto di aria fresca
potesse in qualche modo giovare agli uomini ; ma fino a tutto il giorno successivo,la missione
si rivelò infruttuosa,mentre a Massaua giungevano notizie circa la sciagura del Macallè e il
Ferraris era rientrato a seguito di gravi avarie.
Marisupao fu quindi indotto a ordinare al Perla l’immediato rientro a Massaua che ebbe
inizio nella notte del 24 Giugno,quando ormai la situazione presentava un quadro clinico
estremamente preoccupante giacchè lo stesso Pochain fu costretto in cuccetta e in gravi
condizioni di salute.
L’attraversamento dello stretto di Bab el Mandeb avvenne senza intoppi nonostante tutto,
ma nel corso del giorno 26 si raggiunse l’acme della drammaticità con oltre la metà dell’equipaggio
fuori combattimento ; la navigazione proseguiva prevalentemente su dati stimati senza possibilità
di appurare la posizione in via certa e definitiva,mentre si verificò la morte di uno dei marinai intossicati.
In quei drammatici momenti,Pochain ebbe a mala pena la lucidità sufficiente per chiedere al
comando di Massaua,l’accensione del faro di Sciab Sciach onde consentire un più sicuro atterraggio.
Emerso nelle ore serali,fu costretto a tornare giù a seguito di avvistamento di un CT nemico e
senza che fosse stato possibile determinare la posizione ; posatosi sul fondo , inerme e alla mercè
degli eventi,il Perla venne sottoposto ad una micidiale scarica di bombe di profondità,alcune molto
vicine al suo scafo.
L’attacco si esaurì in poco tempo e consentì al Perla di riprendere la navigazione alcune ore dopo,
in modo fortunoso ,essendo ormai noto che gli inglesi  erano affatto propensi a mollare tanto
facilmente una preda.
Con le residue energie,Pochain decise di emergere,non essendo visibile nessun tratto di costa
e avvertendo l’estrema urgenza di accertare la sua posizione ; continuò a navigare con prua  a
ponente fin quando, stimando,(più che altro temendo),d’essere troppo a ridosso della pur invisibile costa,
decise di accostare di nuovo e mettere prua a Nord.
La manovra fu fatale e lo sfortunato battello finì con l’incagliarsi nei pressi di Ras Cosar a ben 20
miglia dalla posizione stimata.
Dai successivi rapporti, si venne a conoscenza che salvo uno sparuto gruppo di marinai,tutto
il resto dell’equipaggio era completamente fuori combattimento e non dura fatica immaginare
quanto spettrale dovesse apparire l’interno del Perla.
Riuscito a comunicare al comando di Massaua l’accaduto,per tutto il giorno 27,avendo riacquistato
un minimo d’energia,Pochain esperì ogni possibile tentativo per disincagliare il battello, invano,
mentre da Massaua partivano la Torpediniera Acerbi e i CT Leone e Pantera,per dare assistenza
allo sfortunato Perla.
Ma la jella non aveva ancora completato la sua opera,costringendo il Leone a tornare alla base,
causa avaria,e le altre due residue unità a ritirarsi a ridosso delle batterie costiere delle isole di
Schumma e Dilemmi,essendo stata avvistata una formazione inglese con rotta sul malcapitato
Perla.
Non v’era certezza sulla consistenza di detta formazione,fatto sta che verso le 14.30 vengono
esplosivi colpi di cannone contro l’inerme Perla,il quale,nonostante tutto,prese a rispondere
come poteva al fuoco nemico.
In vista dell’ineluttabilità degli eventi,Pochain procede alla distruzione dei cifrari e di ogni altro
documento segreto mettendo in mare gli uomini non più in grado di potersi muovere ; a bordo
rimasero Pochain,il GM Gallo e l’elettricista Forgiarini che si era rifiutato di abbandonare il suo
comandante........« Finchè resta a bordo il Comandante resto a bordo anche io»
Una fortunato colpo inglese centrò la torretta del sommergibile scaraventando in mare i due ufficiali
e il corpo martoriato dell’elettricista,successivamente decorato con MOVM .
Due bombardieri italiani intervenuti in zona riescirono in qualche modo ad allontanare gli inglesi,
che ritornarono a farsi sotto alla partenza degli aerei,mentre gran parte dell’equipaggio si era posto
precariamente in salvo sull’isolotto ; soltanto al tramonto Pochain riescì a mandare a bordo del Perla
qualche uomo ancora in condizioni di muoversi per recuperare acqua e viveri,mentre sette S-81
inseguivano la formazione inglese ottenendo un probabile danneggiamento di una delle navi.
La sera del 27,Marisupao dispose l’uscita al completo delle due squadriglie CT,ma fu solo al
mattino del 28 che fu avvistata la pattuglia al comando del GM Gallo,inviata da Pochain,sulla
vicina costa e due giorni dopo la spedizione riuscì a recuperare l’equipaggio del Perla e a dare
sepoltura ai caduti.,fra i quali il TV Simoncini che tornato a bordo era morto stringendo la bandiera
fra le mani.Questi episodi di attaccamento e dedizione alla bandiera dovrebbero indurre  serene
riflessioni nell’animo di chiunque,militari e non.
Recuperato l’equipaggio si pensò poi al recupero del battello ; sul posto si recò il Capitano di
Corvetta Spagone insieme con il Maggiore GN Galdi,che ,eseguita una accurata ispezione,
stabilì la fattibilità dell’operazione.
Il 15 luglio ebbero inizio i lavori di riattamento del Perla,in gran parte eseguiti al riparo delle
ore notturne,e cinque giorni dopo la spedizione rientrava a Massaua con il battello a rimorchio.
Venuti a conoscenza dell’attività intorno al battello sinistrato,gli inglesi organizzarono una spedizione
punitiva con un incrociatore e tre Caccia,ma soltanto per scoprire che il Perla se n’era già andato
e giusto in tempo per ricevere un caldo benvenuto da parte di due S-81.
Le successive imprese del battello e la fine della sua carriera nella flotta greca è
un’altra storia.

Pag.4

Pag.5

Pag. 6

 

Si rende noto che il presente lavoro è stato Depositato sia su supporto magnetico sia in formato cartaceo, presso uno studio legale di fiducia onde tutelarne la proprietà letteraria ed evitare il ripetersi di meschine ed indebite appropriazioni , come già accaduto in passato.Il materiale è a disposizione di chiunque intenda farne oggetto di studio o consultazione,ma si fa esplicito divieto di utilizzo per meri fini di Lucro o Commerciali e comunque mai senza previa autorizzazione dell'autore.

Grupsom - Sommergibili Mediterranei