Guglielmo Lepre

(nick GRUPSOM - C.te ETNA)

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Presenta


 

QUANDO TUTTO E’ SCRITTO

 

Quando il 14 giugno,il Ferraris fu costretto al rientro a causa di gravi avarie,al suo posto
fu mandato in mare il RS Torricelli il cui impiego non era stato programmato per l’iniziale fase operativa.
Al comando del Capitano di Corvetta Salvatore Pelosi,

al quale è stata dedicata una delle unità classe Sauro in tempi non lontani,il Torricelli fece scalo ad Assab per rimediare ad alcune avarie incorse durante la navigazione. Ripreso il mare,passò per Bab el Mandeb senza intoppi e raggiunse la sua zona d’agguato a Sud Est di Ras el Bir,dove  alcuni giorni dopo sarebbe giunto anche il Perla.
Nonostante le critiche difficoltà ambientali,già precedentemente descritte,il battello riuscì a
mantenere l’agguato fino a quando,il 19 sera,Marisupao gli ordinò di abbandonare la zona e
portarsi più a Sud, fra l’isola di Muscia  e Arab Shoal,in pratica,a Nord Est di Djibouti.
Pelosi rimase interdetto alla lettura dei nuovi ordini,dacchè la zona era proibitiva per quanto
attenesse ad una sicura navigazione : ad Arab Shoal i fondali erano di appena 4 metri,pertanto
chiese conferma del messaggio che puntualmente giunse a bordo di li a poco.
Purtroppo il traffico via radio non era sfuggito alle stazioni inglesi,che senza perdere tempo,
radiogoniometrate le emissioni in mare,inviarono in zona unità cacciasommergibili sottoponendo
l’unità ad una caccia serrata dalla quale il Torricelli ne uscì fortunosamente sebbene con  gravi avarie,
al punto da indurre il Comandante Pelosi a interrompere la missione e rientrare a Massaua,cosa non da
poco per varie ragioni : condizioni ambientali di bordo critiche,la terribile calura della stagione in corso,
le innumerevoli avarie e in ultimo la estrema difficoltà di condurre la navigazione in zone aspre e
problematiche da un punto di vista squisitamente marinaro.
Fra le tante avarie subite,purtroppo, il Torricelli aveva anche una perdita di nafta dalle casse,che
sciaguratamente indicava vistosamente la sua posizione alle unità inglesi.
Tuttavia Pelosi,riuscì ad attraversare Bal el Mandeb con prora verso Massaua al mattino
del 23,ma una serie di attente considerazioni nel merito della situazione convinsero il Comandante
a emergere e forzare sui motori sia per sottrarsi alla ricerca avversaria sia per trovare ricovero
a ridosso delle batterie costiere di Assab.
Purtroppo la manovra non passò inosservata dacchè una cannoniera che si accingeva ad uscire dallo
stretto,invertì la rotta per prendere caccia contro il Torricelli e di lì a poco,con orrore,Pelosi avvistò
altre unità che forzavano sui motori per raggiungere la sua posizione (si trattava dei CCTT Kandahar,
Kingston e Karthum con l’appoggio delle cannoniere Indo e Shoreham).

CCTT Kingston


Erano le 05.30 del 23 Giugno 1940.
Indomito e consapevole di ciò che stava andando incontro,il Comandante Pelosi mandò gli uomini ai pezzi,
deciso a vendere cara la pelle ; due dozzine di cannoni di vario calibro e una moltitudine di mitragliere
iniziò a prendere la mira sulla coraggiosa unità dando vita ad uno scontro epico ma impari.
Il Torricelli piazzò un colpo sullo Shoreham che più tardi fu costretto a rientrare ad Aden,mentre intorno
al suo scafo si alzavano decine e decine di fontane d’acqua provocate dai colpi avversari.

HMS Shoreham


Manovrando con calma e perizia,Pelosi stava tenendo in scacco dalle quattro alle cinque unità
inglesi,sparando a ritmo serrato ; riuscì,sottraendosi abilmente al contempo alla violenta reazione
nemica, perfino a lanciare dai TLS poppieri sebbene senza esito.
Per quanto cercasse di manovrare e seminare gli avversari,Pelosi più di tanto non poteva fare
in quanto lasciava dietro di sè una vistosissima scia di nafta,e nel frattempo aveva incassato
altri colpi dalle unità inglesi che avevano provocando pericolose vie d’acqua a prora e il
completo smantellamento dei piani prodieri d’immersione.
Nel bailamme generale,rimase leggermente ferito lo stesso Pelosi,che tuttavia non abbandonò il suo
posto in plancia e continuò a incoraggiare i suoi uomini.
Un fortunato colpo inglese distrusse il timone verticale a poppa rendendo impossibile qualsiasi altra
manovra : ormai circondato e bersagliato da ogni lato,Pelosi deliberò di aver compiuto il suo dovere fino
in fondo e che pertanto fosse inutile sacrificare altre vite umane.
Pochi minuti dopo le 06.00,Pelosi ordinò l’abbandono nave non prima di essersi accertato che sia
i cifrari sia altri documenti rilevanti fossero stati distrutti ; fu a questo punto che i suoi uomini
che lo idolatravano,si rifiutarono di abbandonare il battello senza di lui : commovente senso
di dedizione e di attaccamento umano indimenticabili.
Alla fine,alcuni dei suoi marinai ebbero la meglio e lo trascinarono in acqua aiutandolo a
rimanere a galla essendo ferito ad una gamba.
Più tardi,mentre il Torricelli sprofondava negli abissi,i naufraghi furono raccolti dalle unità inglesi,
una delle quali, il Karthum, affondò nei pressi di  Perìm a causa degli innumerevoli colpi ricevuti dal
Torricelli ,uno dei quali aveva centrato un siluro determinandone l’esplosione.
Per l’azione,al suo rientro in patria dalla prigionia,il Comandante Pelosi fu decorato di MOVM.
oltre ad essere stato accolto a bordo con tutti gli onori dagli inglesi.

L’ASTRO NASCENTE DEL COMANDANTE PIOMARTA

Il Capitano di Corvetta Livio Piomarta era al comando del Regio Sommergibile FERRARIS, lo stesso che con il Perla e l’Archimede ,più tardi ,si doveva rendere protagonista del leggendario periplo africano e il trionfale ingresso nella base di Bordeaux , un’impresa epica che non trova ancora oggi ,termini di paragone.
Come si è visto,discettando del Torricelli,il Ferraris fu costretto ad interrompere la missione
e rientrare alla base a causa di una seria avaria occorsa al parco accumulatori e determinata
da una infiltrazione d’acqua attraverso un  “trombino di aspirazione” (4) non chiuso per tempo
nel corso di una manovra d’immersione rapida.
L’unità rimase lungamente inoperosa per sottoporsi ai necessari lavori di ripristino delle
batterie.

 

RS ARCHIMEDE : SIGNORI SI REPLICA !!

Inviato in missione al comando del TV Mario Signorini,il 19 Giugno,l’Archimede doveva raggiungere la sua zona d’agguato posta fra Aden e Djibouti,analogamente al succitato Perla.
Ancor prima dello scoppio delle ostilità,l’unità aveva lamentato seri malfunzionamenti allo
impianto di condizionamento,per cui venne sottoposto ad una serie di lavori di manutenzione.
L’improvvisa dichiarazione di guerra,costrinse a stringere i tempi e ad accelerare i lavori,
che probabilmente erano stati piuttosto rimediati.
Fatto sta,che già nel corso del giorno successivo alla partenza,si ebbero a lamentare casi
di malori ,che,alla stregua degli altri,non vennero correttamente interpretati.
Quattro giorni dopo fu necessario fermare del tutto l’impianto che denunciava gravi problemi,
mentre si ebbero a registrare altri e seri casi di intossicazione ; Signorini a quel punto era
del parere che la missione così come si stava presentando,non consentiva di fare pieno
affidamento sul battello e che forse sarebbe stato meglio desistere.
Nel frattempo,Massaua gli comunicava di spostare la zona d’agguato,a causa della concomitante
vicenda del Torricelli che aveva richiamato un pericoloso numero di unità inglesi in zona.
Nella notte del 24,quattro marinai persero la vita a causa delle intossicazioni da cloruro e
la situazione all’interno del sommergibile andava facendosi vieppiù critica.
Di fronte alla manifesta inaffidabilità della sua unità,Signorini lasciò trascorrere la giornata
del 25 posato sul fondo,decidendo per il rientro nel corso della nottata e non a Massaua bensì
nella più vicina Assab,dove vi ormeggiò il mattino del giorno 26.
Sbarcati i morti e ricoverati gli intossicati,il battello rimase fermo in Assab fino al 3 Luglio successivo,
quando completati i ranghi con nuovi imbarcati,fra cui il Comandante Piomarta chiamato a
sostituire il Signorini,si provvide finalmente a ripristinare l’impianto di condizionamento e la
sostituzione del Cloruro di Metile con il più innocuo Freon.
Chissà mai perchè questa sostituzione non sia stata effettuata ancor prima della guerra.
Alla fine del mese di agosto,l’Archimede fu di nuovo messo in operativa e pronto a muovere.

VERSO L’INELUTTABILE FINE

Dunque la situazione nei primissimi mesi di guerra vedeva già messe alla frusta le esigue risorse navali dell’ Africa Orientale Italiana.
La perdita dei sommergibili : Macallè,Galilei,Torricelli,Galvani, e la manifesta indisponibilità di :
Perla,Ferraris e Archimede per un periodo più o meno lungo,lasciavano un solitario battello in
disponibilità per operazioni in Mar Rosso ,il Guglielmotti.
Nè le condizioni delle altre unità di superficie erano delle migliori.
Intanto nell’Agosto di quell’anno,le nostre truppe avevano completato l’occupazione della
confinante Somalia britannica.In previsione dell’evacuazione della colonia,il comando di
Massaua aveva pianificato alcune operazioni navali d’interdizione che sarebbero state affidate
alle unità di superficie disponibili e ai due unici battelli operativi : Ferraris e Guglielmotti.
Mandati in mare i battelli fecero ritorno a Massaua senza aver concluso nulla,salvo il
Guglielmotti che aveva affondato la solitaria cisterna ATLAS,e il Ferraris che aveva mancato
l’intercettamento del Royal Sovereign che navigando a ridosso della costa araba si stava trasferendo
a Aden.


Il 25 Agosto,nel corso di una uscita, il Guglielmotti fu costretto al rientro,avendo riscontrata una perdita di carburante dalle casse nafta,dalle cui lamiere  erano saltati i rivetti !  Inviati a più riprese in mare per intercettare il traffico mercantile nemico,Guglielmotti, Ferraris e Archimede ritornarono alla base senza nulla di fatto ;si correva da un convoglio segnalato all’altro senza soluzione di continuità,eppure gli inglesi passavano.  Nella notte fra il 21 e il 22 Ottobre 1940,il Guglielmotti riuscì a sfuggire all’attacco di due CT inglesi presenti nella sua zona d’operazioni ; due giorni dopo rientrò con il Ferraris a Massaua.  Mentre l’Amm.Balsamo veniva sostituito dall’Amm.Bonetti verso la metà di Dicembre,gli agguati si susseguirono purtroppo infruttuosi.
Verso la metà del Gennaio 1941, a seguito di rovesci militari ,la posizione di Massaua apparve infinitamente precaria ed esposta .
Scrisse l’Amm.Bonetti..............«Ritengo inoltre opportuno prevedere fin da ora la sorte da far
tentare alle nostre unità navali quando si dovesse prevedere imminente la fine della resistenza
di Massaua»..................”Archimede,Guglielmotti,Ferraris : tentare di raggiungere Kobe (Giappone)
Perla : tentare di raggiungere Bandar Bushire (Iran).......... A seguire ulteriori disposizioni per le residue
unità di superficie.”
Successivamente,fu esaminata la possibilità di effettuare il periplo dell’Africa e trasferire i residui
battelli a Bordeaux ; riscontrata la fattibilità dell’operazione,si imbarcò quanto più possibile a bordo
e concordata l’assistenza tedesca nel Sud Atlantico, si fece uscire il Perla il 1° Marzo,e di seguito
Ferraris e Archimede il 3 ,infine il Guglielmotti il 4.
Ordine per tutti : destinazione Bordeaux.
E questa è un’altra storia.

CLC Guglielmo LEPRE

 

NOTE:
1 ▬ Torricelli e Galvani erano subentrati all’ IRIDE e ONICE prima dello scoppio delle ostilità.
2 ▬ Ricordiamo il suo impegno nel fornire assistenza ai trasvolatori atlantici di Balbo.
3 ▬ Direttore di Macchina ,Ufficiale del corpo GN.
4 ▬ Il trombino è una valvola attraverso la quale veniva assicurata l’immisione di aria
all’interno del battello.

 

BIBLIOGRAFIA Essenziale:
La Guerra di Etiopia di P.Badoglio (Mondadori 1936)
Uomini sul fondo di G.Giorgerini
USMM Vol X Le operazioni in A.O. 1961
La guerra di Mussolini 1940-1943 di P. Boschesi
Italiani in Africa Orientale di A.Del Boca
La Guerra d’Etiopia di A.Del Boca
USMM Le implicazioni navali della conquista dell’Impero di E.Pellegrini 2003

Siti Web di riferimento
Ministero della Marina
www.grupsom.com

 

 

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