Guglielmo Lepre

(nick GRUPSOM - C.te ETNA)

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I LUPI ESCONO A CACCIA DI NOTTE

E quella notte i lupi,guidati dal loro capo,CV W.G.Agnew,avevano più fame del solito. Assunta la rotta più opportuna per intercettare le navi italiane,navigando in linea di fila con i CT in retroguardia, analogamente a Cattaneo a Matapàn(8)  ma senza fortuna, (egli non aveva il radar) ,gli inglesi stimarono di entrare in contatto all’incirca verso le 02.00 del 9 Novembre. Con il radar in dotazione al capofila AURORA,avrebbero determinato la formazione italiana discriminando le scorte dai mercantili e agevolmente avrebbero potuto manovrare in modo da poter esprimere tutto il potenziale artiglieresco in dotazione. Il radar type 284 (Surface Fire Control) in dotazione all’AURORA,(9)avrebbe consentito una maggior accuratezza del tiro di tutto il gruppo d’attacco inglese,che una volta eliminate le scorte del lato prescelto per l’attacco,avrebbe affondato i suoi artigli sugli inermi mercantili.(10) Il maggior problema per Brivonesi fu quello di assumere e mantenere una velocità tale da poter restare a contatto con il convoglio e al contempo da poter manovrare con una certa maneggevolezza sulle spezzate da percorrere per prevenire attacchi di mezzi subacquei nemici. Detto così,può apparire un semplice problema di geometria applicata ovvero di cinematica navale,in realtà gli effetti evolutivi del timone,essendo direttamente correlati alla velocità,decrescono al diminuire di quest’ultima : ciò vale per ogni nave ma in modo più marcato per le navi da guerra ,e nel nostro caso gli incrociatori Trieste e Trento.(11)Dopo vari ragionamenti,Brivonesi giunse al compromesso di far mantenere a tutta la divisione,una velocità minima di 12 nodi contro i prescritti 16,e invece di rimanere in scia al convoglio,avrebbe manovrato in modo da risalirne la formazione fino al capofila,lungo il lato di dritta per poi accostare di controbordo e ripetere la manovra ; una soluzione non certo priva di efficacia dacchè avrebbe consentito alle sue navi di frapporsi fra i mercantili e la ipotetica direzione dalla quale era lecito attendersi un attacco,sempre che gli inglesi si fossero comportati esattamente come Brivonesi aveva ipotizzato. La forza K giunse a contatto balistico intorno alle 01.00,cioè mezz’ora dopo che la III div. aveva completato l’accostata per defilare di controbordo al convoglio : in poche parole,gli inglesi stavano tagliando la scia degli italiani. Alle 00.59,quindi,secondo il grafico dell’USMM allegato,gli inglesi aprirono il fuoco contro il ct Fulmine e il ct Grecale che erano immediatamente di prua all’Aurora a non più di 2 miglia,che manifestamente intendeva attaccare il convoglio dalla poppa e risalirne le colonne,analogamente a quanto fatto contro il convoglio Tarigo.

Grafico USMM

La III divisione che aveva completata la tratta di controbordo,aveva accostato per assumere la stessa rotta del convoglio (Rv. 160°) e reiterare il pendolamento,e in quel momento si trovava leggermente di prua al traverso sinistro dell’Aurora a poco meno di 3 miglia dal capofila Bersagliere e 3,5 miglia(12) dal capofila Trieste. Nel preciso istante in cui Brivonesi ordinava l’accostata di ritorno,gli venne riferito dalla sala RT di numerosi segnali la cui forza andava aumentando progressivamente e dei quali non era possibile accertarne l’origine. Allarmato giustamente da questa notizia,l’Ammiraglio ritenne doverosamente di comunicarlo a tutte le sue unità,ma non  ci fu neanche il tempo di iniziare l’inoltro dacchè furono viste di prua le prime vampe delle salve inglesi. In tempi successivi,si dibattè al lungo sull’ipotesi che gli inglesi usassero il radar o meno a seguito dell’accostata a dritta dell’Aurora e dei suoi sezionari, dando idea che avesse desistito dal voler aggredire il convoglio dalla sua poppa : quasi come se si fossero avveduti all’ultimo della presenza degli incrociatori italiani. Appare piuttosto peregrina tale considerazione giacchè è improbabile che sui PPI (13)dei radar inglesi non fossero marcate le eco della III divisione : ci si limita alle mere ipotesi giacchè non vi sono riscontri di ciò nella documentazione inglese fin’ora disponibile. Fin dalle prime salve,i mercantili accostarono alla loro sinistra,mentre il Fulmine e il Grecale,accostarono in fuori a dritta, contro l’aggressore,subito seguite dall’Euro di Cigala-Fulgosi, emettendo compatte masse di fumo protettivo.

Il Fulmine ed il Grecale furono centrati da subito riportando danni gravi che comunque consentirono al  secondo di restare precariamente a galla e successivamente d’essere rimorchiato dall’Oriani nel vicino porto di Crotone. Il Fulmine affondò sbandato a dritta e scivolando di poppa sott’acqua,ma non abbastanza velocemente da impedire atti di puro eroismo da parte del suo equipaggio : fra i tanti ricordiamo il Comandante Milano e il TV Garau,D.(14)T. L’Euro che era di prua al Fulmine,principiò ad emettere fumo da subito ed accostò violentemente a dritta per dirigere anch’esso contro le navi inglesi ; nel mezzo delle vampe accecanti,degli incendi,delle violente esplosioni nel cuore di Cigala-Fulgosi si fece strada un atroce dubbio : e se fossero state le unità della III divisione che magari per errore avevano aperto il fuoco contro i mercantili? Alla luce di questo timore,l’Euro si sganciò per raggiungere il Maestrale accostando a sinistra verso la massa dei mercantili. Il quello stesso torno di tempo,il Maestrale (colpito da innumerevoli schegge) insieme con l’Oriani ed il  Libeccio,disponevano ampie volute di fumo intorno alle navi scortate cercando al contempo di capire da che parte provenisse l’attacco : molti erano convinti di essere sotto attacco da parte di aerei. La forza K,ordinatamente e con  britannica calma,dopo aver accostato alla sua dritta ed eliminato le scorte più vicine, si dedicò scientificamente al tiro contro le navi da carico,accostò quindi a levante e poi a Nord,continuando a sparare salve su salve,nell’intento di circumnavigare il convoglio e completare la mattanza. Intorno alle 02.06,l’Aurora ,seguito dalle altre unità,accostò definitivamente per ponente dirigendosi verso Malta,non visto, lasciando dietro di sè sette bracieri ardenti al posto di quelle che erano state navi da carico. Ma che fine aveva fatto Brivonesi ,ci si chiederà,mentre disinvoltamente gli inglesi seminavano morte e distruzione ? Fra  le 01.05 e le 01.15,gli incrociatori italiani erano finalmente riusciti a inquadrare gli inglesi e a concentrare il tiro delle proprie torri da 203 senza apprezzabile risultato. Si ipotizzò che almeno una salva avesse raggiunto la seconda unità della fila (il Penelope) giacchè questa aveva preso lentamente a scadere di poppa interrompendo il fuoco : ma fu solo per brevissimi attimi. Non v’è mai stata alcuna conferma da parte britannica nel merito di questo danneggiamento,per cui sarebbe invero interessante poter consultare il ruolino lavori dei cantieri e delle officine maltesi,ammesso che esistano.Il Ct Bersagliere, capofila della III divisione,fu il primo ad avvistare gli inglesi qualche attimo prima che questi iniziassero a sparare : il suo comandante manovrò in modo tale da potere aprire il fuoco e levarsi dai dintorni per non intralciare la manovra delle navi maggiori. Brivonesi,dopo aver veduto le prime vampe di prua,diede immediatamente ordine per accostare a dritta e secondo i rapporti ufficiali,si trattò di una ampia accostata,Rv.240° ,giustificata successivamente in sede inquirente,con la necessità di poter disporre lateralmente del maggior volume di fuoco possibile. Alle 01.03 il Trieste riesce a sparare la sua prima salva,subito seguito dal Trento.  La nuova rotta ordinata dall’Ammiraglio,metteva più acqua fra le nostre navi e quelle inglesi,e se ne accorse in primis il DT che vedeva scadere velocemente il rilevamento degli avversari. Resosi tardivamente conto del disastroso effetto della sua accostata,Brivonesi ordinò di nuovo un’accostata a sinistra sulla nuova rotta di 180°,cioè quella all’incirca precedentemente seguita,riuscendo ad aumentare così il campo di tiro delle sue torri. Intanto però,gli inglesi stavano virando intorno alle martirizzate navi,rendendo così difficile il lavoro dei Dt e dei telemetristi,confusi e disorientati dalle fiamme e dal fumo dei mercantili. La felice intuizione che ebbe Brivonesi fu proprio quella di percepire gli intendimenti di Agnew e cioè di passare a Nord del viluppo di fiamme e sganciarsi : senza indugio ordinò un rapida accostata per Nord e soltanto allora le nostre navi portarono la velocità a 24 nodi  (01.29) !(15) Le buone intuizioni di Brivonesi però non ebbero nè riscontri pratici nè effetti positivi : Agnew,celato del fumo che copriva tutta la zona come una densa nebbia,e diciamolo pure,con l’insostituibile ausilio del radar,si dileguò verso Malta,giungendovi sano e salvo e soprattutto vittorioso e pago di un vistoso bottino. Ma le parche non avevano ancora tagliato tutti i fili ! Quando il silenzio calò sulle acque sconvolte,così come termina la mattanza dei tonni,ci fu finalmente spazio e tempo per l’umana pietà e procedere al recupero dei naufraghi e dei feriti. Il Grecale,come s’è detto,fu preso a rimorchio dall’Oriani,mentre il Libeccio dava inizio alle operazioni di salvataggio : intento a ciò e probabilmente con le macchine ferme,fu preso di mira e centrato da un siluro del sommergibile di sua maestà britannica UPHOLDER, sempre lui,l’onnipresente Upholder.(16)

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