Guglielmo Lepre
(nick GRUPSOM - C.te ETNA)
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Presenta
Il 10 Giugno 1940,alla dichiarazione di guerra,dopo i primi giorni di ostilità si trovavano riunite nei
nostri porti della A.O.I. le seguenti navi mercantili nazionali:
a Massaua:
Himalaya - India - Brenta - Vesuvio - A. Treves - Giove -
Arabia - Niobe - XXIII Marzo - Impero - Adua - C. Campanella - Colombo -
Moncalieri - Antonio C. - Riva Ligure - Sauro - Bottego - Piave - Tripolitania -
Uranio - Mazzini. Complessivamente 4 motonavi e 18 piroscafi, tra cui due cisterne.ad Assab:
P/fo Sannio.a Chisimaio:
Duca degli Abruzzi - Savoia - E. Mazzella - Adria - Leonardo da Vinci - Manon - Carso -
Marghera - Somalia - Integritàs - Pensilvania.
Complessivamente 1 motonave e 10 piroscafi, tra cui due cisterne: di
queste ultime, il Pensilvania era a disposizione della Marina germanica per rifornimenti di unità in Oceano.La consistenza militare in campo navale assommava a :
Nave Coloniale (Avviso) ERITREA
V Squadriglia CC.TT. PANTERA - TIGRE - LEONE
III Squadriglia CC.TT. BATTISTI - SAURO - MANIN - NULLO
SMG. OCEANICI ARCHIMEDE-GALILEI-TORRICELLI (1)
FERRARIS - GALVANI (1) - GUGLIELMOTTI
SMG.COSTIERI classe 600 serie PERLA - MACALLE’
Torpediniere ORSINI - ACERBI
M.A.S. 204-206-210-213-216 (XXI Squadriglia)
Posamine OSTIA
Cannoniere BIGLIERI (2) - CORSINI
E in aggiunta:
5 Cisterne , 8 Rimorchiatori e vari dragamine distribuiti fra le basi di Massaua,Assab,Mogadiscio
e Chisimaio.Ben poca cosa,considerando che si trattava (sommergibili a parte) di unità già con troppi anni di
vita e soprattutto oggettivamente inadatte al clima.
Nel più ampio programma di rafforzamento dei porti e delle coste,furono anche creati
numerosi depositi di combustibile,munizioni e derrate,che fecero la felicità degli inglesi
quando questi se ne appropriarono,increduli.
Per quanto attiene alle nostre unità subacquee,vale la pena ricordare brevemente alcune
missioni d’anteguerra,finalizzate al collaudo di mezzi e uomini in condizioni climatiche notevolmente
estreme.
Nel periodo 1933-1934 si ebbero le crociere dei RR.SS R.Settimo e L.Settembrini in Mar Rosso,quelle Atlantiche di Balilla e Millelire in assistenza agli idro trasvolatori di Balbo.
Sempre nello stesso biennio si ebbe una importantissima crociera-test : quella dei RR.SS Sciesa e Toti che effettuarono il periplo dell’Africa via Suez,con confortanti riscontri per mezzi, materiali ed equipaggi.
In Egeo vennero impiegati per test altri battelli : Mameli,Da Procida,Speri e Capponi,mentre Tricheco e Delfino operarono in Mar Nero.
Nel 1939,alla vigilia del 2° conflitto,vennero condotte altre due crociere-test in Mar Rosso dalle coppie Otaria - Brin,e Perla - Gemma, che diedero indicazioni preziosissime specialmente nel merito degli impianti di refrigerazione e condizionamento che denunciarono numerosi malfunzionamenti e perdite di Cloruro di Metile,di elevata tossicità,che come vedremo nel seguito furono fatali.
Altre indicazioni,delle quali si sarebbe dovuto fare tesoro,vennero da malfunzionamenti degli
impianti elettrici : a causa dell’elevatissima percentuale di umidità relativa,sovente al 100%,
la condensa, già elevata in unità subacquee,raggiungeva livelli eccezionali e posto che l’acqua
è un conduttore eccellente,motori,accumulatori,quadri di comando e controllo,elettropompe, finivano puntualmente “a massa “.
Per superare queste problematiche,qualcosa fu fatto,ma allo stato dei fatti nulla di efficace e meno
che mai di definitivo. Del resto gli stessi sommergibilisti italiani inviati in Atlantico,dovettero
beneficiare della generosità tedesca,per un più idoneo vestiario pesante !
E in ultimo,il fisico degli uomini in mare,che risentiva delle condizioni climatiche,alle quali non
era abituato e ne usciva debilitato in modo preoccupante.
Già dall’anno precedente le forze navali Inglesi e Francesi,rispettivamente nelle basi di Aden
e Djibouti,erano state notevolmente rafforzate,e ciò indusse il Comando in Capo a Massaua
a deliberare che la prima missione da effettuare in caso di guerra fosse quella di stendere
campi minati sia per interdire l’accesso meridionale del Mar Rosso,Bab el Mandeb, sia per proteggere le rotte verso i propri porti.Diverse operazioni erano state pianificate a tavolino negli uffici di Supermarina a Roma,fra cui
alcune direttive contenute nella DI.NA.-4 , ma l’Amm. Balsamo,molto più realisticamente si
era reso conto che con le esigue forze a sua disposizione,poco o nulla di incisivo si sarebbe
potuto fare,anche perchè,gli inglesi avevano preso a pattugliare costantemente gli stretti di Perim,
e di Bab el Mandeb,rendendo problematica qualsiasi azione di navi di superficie e meno che mai il minamento notturno previsto ; inoltre era altresì prevedibile che le forze navali di base ad Aden,
potessero essere consistentemente rinforzate da unità basate in Sud Africa ed estremo oriente,anche con poco preavviso.
Gioco forza si dovette far affidamento,principalmente sugli 8 sommergibili alle dipendenze
di Marisupao mentre Supermarina,alla luce degli apprezzamenti in loco,deliberò una maggior
autonomia operativa del comando marina eritreo.
In breve apparve di primaria importanza impedire i rifornimenti alla Somalia britannica e a Djibouti,e quindi si dispose che il 75% delle due squadriglie sommergibili fosse dislocato presso gli approaches a P.Sudan,Djibouti,Aden,Berbera e Golfo di Oman,con limite temporale massimo di giorni 28.
In seguito al mutamento dei piani operativi di terra,Marisupao si vide costretta a rinunciare
ai piani stabiliti riassegnando ai sommergibili le due zone d’accesso ai golfi di Tajura e Aden,salvo
ripristinare successivamente ,il piano precedente,a operazioni concluse.
Nelle prime settimane di guerra,furono comunque apprestati sbarramenti difensivi ai porti di
Assab e di Massaua,i cui accessi erano particolarmente complessi a causa della
presenza di una moltitudine di isole,secche,reefs (scogliere poco al disotto del pelo dell’acqua).
Torrette di avvistamento e postazioni di artiglieria erano state distribuite senza risparmio lungo tutta
la costa a sud e a nord di Massaua e Assab ,isole comprese,ancorchè larga parte dei pezzi
in batteria risalisse alla grande guerra , e nel frattempo venivano condotte a ritmo costante,
numerose operazioni di dragaggio da parte di dragamine in forza a Marisupao.
Il 10 Giugno 1940,partirono in missione 4 degli 8 sommergibili disponibili :
il Ferraris al largo di Djibouti,il Galilei nei pressi di Aden,il Macallè al largo di P.Sudan ed
infine il Galvani nel lontano golfo di Oman,stravolgendo in parte il precedente piano.
Una decina di giorni dopo,furono mandati in mare anche il Perla e l’Archimede in vista del
previsto attacco delle nostre truppe alla Somalia britannica e a Djibouti.
I due ultimi battelli,Guglielmotti e Torricelli,non rimasero inoperosi a lungo : il Torricelli
prese il mare per sostituire il Ferraris in avaria ed il Guglielmotti per soccorrere i superstiti del
Macallè perdutosi per incaglio.
Le operazioni non potevano avere peggior inizio e Marisupao fu costretta a mandare in mare
le due squadriglie al completo.
E’ evidente che le forze disponibili erano al di sotto del minimo necessario,e ancora una volta
il detto “non si possono fare nozze coi fichi secchi” trova larga unanimità .
Fermiamoci un attimo per rivivere le vicissitudini dei nostri battelli
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